In questi giorni si discute molto di soldi, tema sempre molto d’attualità. Sarà l’«effetto legge finanziaria», sarà per altri motivi, ma giornali e televisione non perdono occasione per parlarne. E soldi e ingiustizia sono spesso strettamente legati. Ecco allora le trasmissioni che denunciano l’evasione fiscale: i gioiellieri che guadagnano meno dei maestri elementari e i saloni nautici dove si vendono yacht milionari a nullatenenti. Poi ci sono gli stipendi dei grandi manager di stato, che possono essere alla guida di bei carrozzoni improduttivi, ma loro se la cavano mica male. Poi i privilegi della politica e gli stipendi di chi la fa a tempo pieno, e le file di candidati ai vari reality show nella speranza di diventare qualcuno e guadagnare tanto e in fretta.
Questo non è lo spazio per analizzare i fenomeni suddetti, ma quel che certo è che i furbi, i privilegiati, i piccoli e grandi disonesti fanno sempre sorgere un moto di invidia nel cuore di chi li osserva. Loro sì e io no? Persino l’autore del Salmo lo ammette candidamente: li invidiavo perché a loro va tutto bene, non hanno problemi, camminano sul velluto, e molti sono quelli che li venerano e li prendono a esempio.
È duro liberarsi da questo modo di pensare, molto difficile ci dice il salmista. Quanto sembra inutile oggi il tentativo di conservarsi onesti, di pagare le tasse, di lavorare per uno stipendio normale e sempre insufficiente. Dobbiamo arrenderci? È una dura battaglia e non bastano neanche l’educazione ricevuta e le sane tradizioni del passato in cui molti sono stati educati. Il credente che parla in questo Salmo dice: ho capito solo quando sono entrato in uno stretto rapporto con Dio. Finché non sono entrato nel santuario di Dio, e non ho considerato la fine di costoro. Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli, tu li fai cadere in rovina. (vv. 17-18). L’incontro con Dio è anche l’incontro con il Signore che osserva e giudica la tua vita. Le piccole e grandi furbizie possono anche funzionare in questa vita, sono in tanti a farla franca e a sentirsi indistruttibili, ma la giustizia di Dio esiste!
Ultimamente abbiamo un po’ dimenticato di parlarne nelle nostre chiese, il Dio della grazia è così grande, bello, importante! Ma annunciare il Dio della grazia, non ci deve portare a dimenticare che ogni nostro pensiero, azione, relazione umana, sono sotto il giudizio del Signore. Sempre pronto a perdonare, ma non facile a ingannare come il prossimo, un partner in affari o uno stato. Insomma se sei un credente evasore fiscale, disonesto patentato o truffatore, oltre che della Finanza, comincia anche a preoccuparti di Dio.
Tratto da Riforma del 3 novembre 2006 |