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IL VANGELO OGGI
 
Cos’è l’uomo?
di Claudio Pasquet

«Quando io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, e la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? E il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura? Eppure tu l’hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e l’hai coronato di gloria e di onore»
(Salmo 8,4-6)

È una notiziola secondaria, ma è apparsa su qualche giornale: i pensionati anziani cominciano a interessare i pubblicitari. Hanno pochi soldi, ma sono in tanti e quindi ci si ricorda di loro. Pensando alla grandezza della natura e del creato, l’autore di questo Salmo si pone la grande domanda: che cos’è l’essere umano? Che cos’è l’uomo, che cos’è la donna? Esseri piccoli, fragili, deboli, destinati ad apparire per un tempo su questa terra e poi scomparire, mentre il creato continua la sua marcia che sembra eterna. L’uomo e la donna sono dunque condannati a essere qualcuno, a valere qualcosa, nella giovinezza, o finché possono spendere, per poi scivolare inesorabilmente lungo il declino della vecchiaia e della fine della vita?

L’autore del Salmo afferma che l’uomo e la donna hanno un grande valore, sono «di poco inferiori a Dio». Perché? Non grazie alla loro natura, alla loro intelligenza, alla loro vita, ma perché Dio stessi li ha fatti così. Se ci guardiamo intorno vediamo un mondo nel quale si trovano spesso due atteggiamenti contrapposti: da una parte incontriamo persone che sanno o pensano di valere qualcosa per quello che sono, che hanno realizzato o pensano di realizzare qualcosa nella vita. Alcuni subiranno delle delusioni, altri andranno avanti cercando di rimuovere l’idea del tempo che passa, e continueranno a inseguire l’idea che bisogna «farsi da soli». Dall’altra parte incontriamo i delusi dalla vita, le persone amareggiate, stanche. Quelli che pensano di non valere nulla o di non valere più nulla. Che pensano sia tutto inutile, lottare, amare, fare progetti, persino sperare.

A tutti Dio dice: tu per me sei importante, perché io ho deciso di amarti, di restare al tuo fianco fino in fondo. Quanti guai sarebbero stati risparmiati alla storia del mondo se i «grandi uomini» che l’hanno percorsa avessero più spesso pensato che a essere importanti non erano le loro scelte, ma il fatto di essere persone, membri di una umanità che Dio aveva deciso di eleggere e amare. E quante sofferenze sarebbero risparmiate a tutti coloro che pensano di non contare nulla, di non potere nulla. Dio ti ama, per lui sei e resti importante, decisivo. Se anche tutto il mondo ti dovesse voltare le spalle, Dio continuerebbe a camminare al tuo fianco.

Ecco perché quando ti accorgi che gli anni passano e non riesci più a fare le cose di prima, puoi comunque sentirti sicuro dell’importanza che Dio ti ha dato e puoi essere certo che egli non ti ha scelto sulla base della tua capacità di produrre, ma sulla base della sua volontà di amare. E se ogni tanto hai la tentazione di considerarti importante… pensa che è così per volontà di Dio. Sei importante per lui, come lo sono tutti i tuoi fratelli e le tue sorelle.

Tratto da Riforma del 10 novembre 2006

 
   
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