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IL VANGELO OGGI
 
Il cambiamento
di Franco Tagliero

«Poi giunsero a Gerico. E come Gesù usciva da Gerico con i suoi discepoli e con una gran folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco mendicante, sedeva presso la strada...»
(Marco 10, 46)

Il cieco Bartimeo trascorre la sua giornata sul bordo della strada nella speranza che un passante faccia cadere qualche monetina nel berretto posato a terra. Non è un uomo docile, è pronto a gridare con forza la sua attesa di un episodio che gli cambi l’esistenza, perché è questo il problema, non racimolare qualche soldo per vivere! Al contrario di tanti altri, benché cieco egli vede chiaramente che colui che viene lungo la strada può offrirgli la guarigione, così lo chiama, invoca pietà, pur rendendosi conto che molti lo vorrebbero far tacere. Ma come si fa a far tacere qualcuno che desidera cambiare la sua esistenza? E Gesù a sua volta lo fa chiamare ed esaudisce la sua richiesta.

Per cogliere le opportunità che la vita offre non è conveniente star rinchiusi tra quattro mura, ma piuttosto è necessario trovare il modo di incontrare gli altri, comunicare, interpellare, talvolta gridare, lungo la strada o in piazza! La speranza aiuta a dar forma all’attesa, la preghiera nutre questa attesa, la fede permette di prepararsi a un incontro che diviene risolutivo.
Il bisogno di cambiamento della società è evidente lungo la strada di ogni città. I bambini di strada delle megalopoli del sud del mondo, la coda davanti alle mense per i barboni, gli uomini e le donne che scendono dai barconi sgangherati si riversano nel mondo alla ricerca di un qualsiasi lavoro, gli abitatori delle baracche di cartone nei boschetti dei giardini pubblici della città, i sudanesi accampati sotto il Municipio di Torino per chiedere un’accoglienza equa e dovuta: quanta gente si riversa per le strade in attesa di un incontro che aiuti a vivere in modo più umano e dignitoso! Vien però da pensare anche a tutti coloro che, al contrario, pur elemosinando non mostrano più alcuna speranza: sguardi spenti, volti inespressivi, cuori disperati. Sono gli uomini e le donne imprigionati in una esistenza senza prospettive da una società chiusa in se stessa priva di un cuore.

Il tempo di Avvento viene a ridare speranza a chi l’ha persa perché ormai è convinto che nulla possa più cambiare e che il domani sarà grigio come l’oggi. Per questo l’Avvento è essenzialmente una festa nella quale tutti hanno la loro parte, nella famiglia, nella chiesa e nella società. Ci prepariamo a un Natale che mostra ancora una volta sia che molte cose devono cambiare per l’umanità sia che il cambiamento è portato e proposto da colui che viene nel nome del Signore. E ognuno è chiamato ad accendere con profonda consapevolezza una luce nel buio, per sé e per gli altri. La guarigione del cieco è paradigmatica per tutti coloro che non vedono né con gli occhi né con il cuore la bellezza della novità di vita che prende forma a partire da colui che Bartimeo già prima del cambiamento chiamava Figlio di Davide. Colui che viene dirà di se stesso: Io sono la via! La via del cambiamento, appunto.

Tratto da Riforma del 15 dicembre 2006

 
   
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