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IL VANGELO OGGI
 
Cristo unisce
di Laura Leone

«Fa sentire i sordi e parlare i muti»
(Marco 7, 31-37)

La Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani è terminata. Gli incontri di preghiera sono in questi anni aumentati non solo con la chiesa cattolica, ma soprattutto con le altre chiese evangeliche. Ci rendiamo conto che le visioni di chiesa sono e restano diverse ed è fondamentale essere prudenti nella ricerca di un linguaggio comune; bisogna essere più pazienti e più coraggiosi nell’affrontare ciò che ci divide. La «Settimana» nasce dalla coscienza dell’essere membro dell’unico corpo di Cristo il quale si rivela a noi nelle Sacre Scritture, fondamento della nostra fede. Dunque ciò che unisce le chiese cristiane è la presenza del Cristo risorto che non ci lascia mai soli in questo difficile e arduo cammino essendo Egli stesso la via.

Il tema della Settimana di Preghiera di quest’anno (tratto dal versetto che apre anche questa riflessione) ci ha presentato un Gesù compassionevole, curvo su un’umanità che si identifica con il malato, il povero, il diverso, lo straniero che rappresentavano e rappresentano gli emarginati della società. Gesù ci ha portato su una strada nuova che cancella la cultura dell’immagine: la perfezione fisica, la bellezza, il denaro e il potere. Ci ha condotto a scoprire come siamo chiusi nei nostri «steccati»: sia ecclesiastici sia sociali. Viviamo in una società che si crede perbenista, e la sua Parola ci induce a scalfire un’ipocrisia culturale, per ridirci che ciò che ci unisce è il nostro comune battesimo e l’essere fondati nell’unica Scrittura.
Dobbiamo uscire dai nostri «steccati» e prenderci cura gli uni degli altri nella coscienza che non esiste la categoria «straniero» perché siamo tutti in cammino verso l’unico Dio che si rivela nel volto dell’altro. E tutte le volte che non crediamo sia possibile aprire le «orecchie di un sordo» o «sciogliere la lingua di un muto», è perché il nostro più grande nemico è la paura di essere destabilizzati da chi forse non appartiene alla nostro piccolo universo.

Basterebbe solo ricordarci che l’intenzione di Dio non è di imporci sempre nuovi pesi, ma affidarci gli uni agli altri, e che il cammino di fede è l’unico a donarci il segreto di un’umanità vissuta in pienezza liberandoci dall’odio e dalla paura dell’incontro e del confronto con l’altro, con l’altra. Dobbiamo pregare e invocare la mitezza che non è rassegnazione, accogliere l’altro valorizzando le differenze reciproche in una società dove sempre di più prevalgono le contrapposizioni delle varie identità. La via dell’unità è liberazione dalla paura, è desiderio di costruire relazioni nuove. Si vince la paura per costruire la pace e vivere in libertà solo se non ci riteniamo i possessori dell’unica verità; le relazioni danno il senso dell’amore e la forza di vivere.«Non abbiate tra voi alcun debito se non quello di amore vicendevole» (Rom. 13, 8).
Dio in Gesù Cristo ci ha liberati e ci ha guariti e, ha instaurato una relazione profonda con noi ”toccandoci” come fece con il sordomuto.

Tratto da Riforma del 26 gennaio 2007

 
   
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