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IL VANGELO OGGI
 
La via di Cristo
di Italo Pons

«Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani si riunirono»
(Matteo 26, 3a)

Due preoccupazioni soggiacciono all’ordine del giorno di quella riunione: un mandato di cattura, non secondo i canoni tradizionali ma attraverso l’inganno, e la preoccupazione di garantire l’«ordine pubblico». Coloro che sono in riunione sanno che la prima decisione non deve turbare un avvenimento di grande mobilitazione popolare.
La quotidianità mediatica appare sempre più legata a riunioni sul tema della sicurezza. Infatti, siamo sempre meno sicuri. La lista delle preoccupazioni è ampia: attraversa questioni che ci sfuggono, come quelle internazionali, e altre che ci coinvolgono più direttamente. Forse mai prima d’ora, nella storia, l’individuo si appresta a diventare una sorta di scatola aperta, senza che nulla sia celato delle abitudini pubbliche e private, costellate da informazioni che, se ricordate, si spera forse faranno la felicità degli storici in un futuro lontano. La sicurezza inoltre, molto concretamente, concerne aspetti legati alla vita collettiva delle nostre città e dei nostri quartieri. Di conseguenza l’insicurezza è in grado di generare sospetto, diffidenza ed esclusivismo: quello «stato di paura», al quale non sembra restare altro da fare che elevare mura.

È uno stato d’animo con cui il nostro passato ha dovuto fare a lungo i suoi i conti, come racconta Jean Delumeau nella sua documentatissima Storia della paura in Occidente. Se dal cielo sono cadute, poco alla volta, le cornici di un mondo retto dalle forme divine e magiche, che si credevano capaci di influenzare il destino umano, nuove paure sono dietro la nostra porta. Smontare questo sentimento antico, che un tempo riguardava la paura della fame e della peste, delle streghe e degli eretici, e oggi forme diverse, succede nel lieto annuncio dell’Evangelo ai nostri contemporanei. Un annuncio che non può fare a meno di ricordare al mondo la via della passione che inizia il suo cammino come scandalo e pazzia e diventa potenza e sapienza di Dio (I Cor. 1, 23-24).

La riunione dei «sacerdoti e dei capi», precisa Matteo, è stata preceduta da una dichiarazione nella quale si sapeva che cosa di lì a poco sarebbe accaduto (26, 2). La decisione è così anticipata, scavalcando ciò che verrà deliberato. Come in una cronaca di eventi annunciati, era necessario spiegare,che il Messia, il Signore e il Figlio di Dio doveva passare attraverso una congiura contro il «suo Unto» (Sal. 2, 2). L’antica preghiera del Salmo 2, che la comunità cristiana della prima generazione rilegge come destino del Figlio di Dio (Atti 4, 25-27), lascia anche intendere che i «tumulti tra le nazioni» sono ben poca cosa agli occhi della sua divina provvidenza (Sal. 2, 4). Ma contemporaneamente ciò che avverrà dirà, in modo inequivocabile, che il Salmo aveva ragione quando parlava di riunioni contro il «suo Unto e contro il suo Cristo». Difficile spiegare. Ma in quel momento chi avrebbe potuto comprendere? Lui solo: « Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua, e il figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso».

Tratto da Riforma del 6 aprile 2007

 
   
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