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IL VANGELO OGGI
 
Le cose nuove
di Massimo Marottoli

«Il Signore dice: "Ecco io faccio nuove tutte le cose"»
(Apocalisse 21, 5)

Alcuni ricercatori londinesi hanno dimostrato che l’introduzione di elementi di novità concettuali, nell’attività mentale di studio o di lavoro, aumenta il rendimento. Le novità accendono il cervello e ogni nuovo stimolo è una fonte potenziale di gratificazioni per le quali il cervello si allerta. Questa scoperta chiarisce le ragioni antropologiche profonde e le spinte nel processo evolutivo dell’uomo che hanno come orientamento la ricerca continua di novità. L’evoluzione dell’uomo procede di pari passo con la storia della scoperta scientifica (Popper).

Anche nel testo dell’Apocalisse si insiste sulla novità. Il capitolo inizia con il triplice rimando ai nuovi cieli, alla nuova terra e alla nuova Gerusalemme (21, 1-2). Le prime due formule esprimono l’idea di un rinnovamento cosmico. L’autore opera con l’affermazione leggendo la promessa nei termini di una visione narrativa; e come il profeta (Isaia), anche l’autore dell’Apocalisse si sofferma sull’attualità dell’evento. Tale insistenza è però caratterizzata da un allargamento dell’orizzonte. La novità riguarda la totalità del creato e si realizza nel presente in modo continuativo (poiô = faccio). Nel presente è continuativamente la novità. Si potrebbe dire che qui è già tutta l’evoluzione perché qui è il superamento della vecchia creazione ed è la fondazione della nuova. Con questo, però, il pensiero cristiano non vuole ridimensionare il valore dello slancio alla ricerca. Vuole dire invece: in quanto, nella fede in Cristo, tu hai già tutto il nuovo, e in quanto questa novità non è soltanto tua, perché è universale, allora ogni umana novità che dovesse venire dalla scoperta scientifica non sarà motivo di scandalo.

Per questo la nuova creazione non percepisce l’evoluzione della conoscenza scientifica come un che di minaccioso per la fede e magari anche per l’ordine sociale. Nella creazione in Cristo, la nuova umanità ha già fatto i conti con tutto il nuovo ed è come se fosse già oltre il processo evolutivo della scienza. Per questo, non sarà il timore o la preoccupazione ma la serenità d’animo a caratterizzare lo sguardo della nuova creazione, la quale valuterà il nuovo, proveniente dalla scoperta scientifica, come la conferma dell’idea che anche tale ricerca si muove all’interno di un quadro rappresentante il punto estremo dell’evoluzione dell’umanità: più della nuova creazione in Cristo, cos’altro può mai esserci? Questa è già attuale, ma appunto questa attualità non cancella, né si contrappone allo sforzo della scienza. Nella nuova creazione, piuttosto, è possibile credere e scommette che quando tutta l’evoluzione scientifica sarà compiuta, la visione dell’autore apocalittico sarà una visione narrativa universale.
Una fede «apocalittica», pertanto, lascerà che quel processo si sviluppi nella sua direzione, senza cercare per forza conflitti e contraddizioni. La novità della creazione è continuativamente presente: la nuova creatura vive già nella e della permanente instabilità introdotta dalla novità della vita di Cristo.

Tratto da Riforma del 4 maggio 2007

 
   
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