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IL VANGELO OGGI
 
Quando la coppia si disfa
di Janique Perrin

«Sul mio letto, durante la notte, ho cercato il mio amore; l’ho cercato ma non l’ho trovato»
(Cantico dei Cantici 3, 1)

Tranne la morte, non c’è nessuna esperienza umana che ci segni di più della divisione della coppia. Anzi forse la viviamo proprio come un lutto, con tutto ciò che caratterizza la scomparsa: dolore, senso di colpa, ricordi e rimpianti. Quando la nostra coppia si disfa, quando non c’è un’altra via, è tutto l’equilibrio della nostra vita che crolla. La nuova solitudine che deriva dalla separazione brucia dentro: rimane un vuoto incolmabile. Ma l’essere soli ferisce anche fuori: lo sguardo degli altri sigilla la nuova situazione. Con l’avvento della comunicazione immediata, il tempo lungo è diventato breve. Oggi possiamo rimanere in contatto gli uni con gli altri in qualsiasi ora e quasi dappertutto. La percezione della durata del tempo si è notevolmente modificata. Una volta ordinavo libri in lingue straniere in un libreria della mia città e li aspettavo anche due mesi; oggi vado su Internet e li ricevo per «postacelere» tre o quattro giorni dopo. Una volta uno studente non si era ancora laureato che aveva già trovato il lavoro; oggi i giovani diplomati vanno avanti a furia di co.co.co e di periodi di disoccupazione. Ieri si lavorava quarant’anni per la stessa ditta, oggi le ditte chiudono o si ristrutturano ogni dieci anni.

Sono esempi banali ma illustrano alcuni cambiamenti avvenuti nella vita quotidiana e lavorativa. E queste modificazioni profonde non sono rimaste senza conseguenze sulla vita privata e relazionale. La fragilità delle situazioni personali e la precarietà economica ambiente si sono anche inserite nella coppia e l’hanno costretta a trasformarsi, a inventare nuove strategie, a mutare nel suo rapporto e nelle sue forme. In mezzo a questa instabilità apparentemente regolata la coppia soffre, trema e si divide. Più spesso? Diversamente? Forse, ma ciò non toglie nulla al fatto che, quando una coppia si separa, i due esseri umani coinvolti rimangono feriti e smarriti.

Quanto risuona questo momento di crisi relazionale all’interno di una comunità cristiana? Poco, mi sembra. A volte addirittura non risuona per niente. E questo silenzio mi colpisce, soprattutto se, da pastora, sono stata interpellata da uno o dai due membri della coppia. Il tacere la divisione mi interroga, non perché penso che la fine di una coppia sia una notizia da spargere ai quattro venti. Ma perché spero che una comunità di fede possa anche offrire uno spazio ospitale in cui piangere e consolare non siano tabù. Non è paradossale che alla situazione di solitudine creatasi dalla divisione della coppia si aggiungano l’isolamento e il silenzio all’interno della comunità? Mancano il coraggio, la fiducia o il tempo? Queste domande mi fanno pensare all’emozione e alla gioia di questi cattolici divorziati che, forse dopo anni di sofferenza e di esclusione, decidono di partecipare alla Cena del Signore, segno della riconciliazione non solo con l’Altissimo ma anche con tutti gli altri.

Tratto da Riforma del 27 luglio 2007

 
   
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