La storia della salvezza nasce con una scelta d’amore, che porta alla vita il Salvatore del mondo. Con un velo di pudore, che appena cela la schiettezza del discorso, Luca racconta della visita dell’angelo a Maria, la quale accetta l’offerta di dare alla luce il bambino. Un assenso all’amore, ma anche un atto di fede, quello di Maria; una domanda gentile, carica di promesse e di speranza, quella del Signore. Ben diversi gli amorazzi divini, abbondanti nella letteratura classica, substrato culturale dell’ambiente pagano in cui scrive Luca: gli dei pagani, soprattutto Zeus, amavano le avventure extraconiugali e, se necessario ottenevano con la violenza l’appagamento dei propri desideri… Con il suo racconto dell’annunciazione, Luca non poteva accentuare meglio la differenza del Dio d’Israele.
Pensando a questo contrasto tra gli dei pagani violenti e arroganti e un Dio che per far nascere il salvatore della storia chiede il permesso a Maria, mi viene alla mente una notizia data dal primo canale della radio. Si tratta della nuova legge che in Nicaragua vieta categoricamente ogni forma di aborto. Con coraggio, inusuale nel nostro paese, la giornalista denunciava come questa legge fosse il prezzo pagato dal presidente Ortega alla chiesa cattolica per l’appoggio dato alla sua rielezione. Scorrendo le pagine di Internet si fa in fretta a constatare l’orrendo strascico di dolore e sofferenza che un simile abominio sta portando con sé. Intimoriti dalle pesantissime sanzioni, i medici si rifiutano perfino di intervenire sulle donne incinte bisognose di cure d’emergenza, e già ci sono stati casi di morte…
La domanda è allora una sola: se il Natale nasce da un amore accettato e da una nascita accolta con amore, se il Dio che ora celebriamo è il Dio della vita (quella scelta e non quella subita!), perché la chiesa cattolica cavalca con tanto ardore questa immagine distorta della «difesa della vita», che in realtà cela solo l’asservimento della donna e della sua volontà? Perché questa visione perversa di una vita che diventa condanna di una madre che diventa tale suo malgrado, magari per violenza? E il discorso si potrebbe allargare a tutti gli ambiti affini, dalla procreazione medicalmente assistita all’eutanasia.
L’angelo annuncia a Maria l’avvento del re dei re, colui che sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e al quale il Signore Dio darà il trono di Davide, colui il cui regno non avrà mai fine… Ma questo re non arriva come gli dei pagani, con violenza e rapina, con stupri o stragi. È un re che fa scegliere tra la vita e la morte, che pone il peccatore davanti al Male, certo, ma chiamandolo prima di tutto alla conversione… La vita si sceglie da persone adulte, questa è la caratteristica della fede cristiana che siamo chiamati ad annunciare con l’evangelo del Natale!
Tratto da Riforma del 21 dicembre 2007 |