Nel 1971 a Buenos Aires si costituì la Facoltà di teologia evangelica (Isedet). Per la chiesa valdese venne scelto il motto: «Costanza nella tribolazione» a ricordo delle tre persecuzioni del 1600 e più in generale della dissidenza evangelica in terre cattoliche. Per la nostra chiesa in Europa, e dal 1858 in Argentina e Uruguay, le sofferenze collettive e individuali antiche e contemporanee hanno il loro radicamento nella Parola di Dio, letta, studiata, predicata e ubbidita. Il versetto di riferimento ha un contesto ben preciso: la predicazione della chiesa nel mondo ebraico. La chiesa cresce quando c’è un annuncio chiaro, senza ambiguità, una piena fiducia nell’azione dello Spirito Santo. Il Sinedrio fa arrestare Pietro e Giovanni che predicano la resurrezione e compiono guarigioni nel nome del Signore (Atti 3, 1-10). Sono due laici, ripieni dello Spirito Santo. Dicono: «Noi non possiamo non parlare delle cose che abbiamo vedute e udite. Bisogna obbedire a Dio anziché agli uomini» (Atti 4, 19-21; 5, 29-32).
La stessa testimonianza dei valdesi medioevali raggiunge l’intera Europa; essi dalle Scritture traevano la determinazione di seguire «nudi il Cristo nudo» (Walter Map al III Concilio lateranense, Roma 1179). Non si tratta dunque di semplice coerenza sui valori cristiani, come invocano gli italiani, nei riguardi dei politici corrotti. Secondo le Scritture, siamo sempre peccatori, ma la Parola del Signore ci perdona e la Buona notizia di Dio per l’intera umanità ci spinge alla predicazione dell’Evangelo.
Per quanto riguarda noi oggi, attendiamo dal 1956 una legge sulla libertà religiosa. Alla Costituente un deputato ebreo, Ugo della Seta, si batté contro l’articolo concordatario (art. 7) in nome dell’articolo 3 che stabilisce l’uguaglianza di tutti i cittadini. Nel decennio 1973-83 i nostri fratelli rioplatensi hanno conosciuto in Argentina e Uruguay feroci dittature militari. Nel 1975 il Sinodo rioplatense respinse con fermezza il tentativo dei militari di condizionare la vita della chiesa. Un noto politico italiano visitava la Scuola di perfezionamento della Marina militare argentina, nel porto di Buenos Aires, mentre nei locali sotterranei i militari torturavano gli oppositori al regime. Tra le vittime torturate e gettate poi nell’Atlantico dai militari, oltre 3000, molti erano evangelici. Ricordo Mauricio Lopez, rappresentante dell’Argentina democratica, all’Unesco, professore ospite all’Isedet. Mai più ritrovato. Ricordo lo storico Marcello Dalmas, militante del Frente amplio, vessato dai militari golpisti. Nel 1989, a Torre Pellice, lo storico Amedeo Molnar, ricordò, in occasione del 300° anniversario del Rimpatrio, che i valdesi osarono sfidare il diritto internazionale dell’epoca per riprendere le loro terre. Due rami di una chiesa, divisa dall’Oceano, ma grazie al Signore unita nella fede nel Signore Gesù Cristo. Le difficoltà economiche e politiche non ci piegheranno, se sapremo come le nostre madri e nostri padri leggere e studiare, predicare e ubbidire alla Parola del Signore.
Tratto da Riforma del 15 febbraio 2008 |