Non basta essere discendenza di Abramo per credere in Dio. La fede non è un patrimonio genetico trasmissibile. Non si nasce credenti, lo si diventa. Si può crescere in una determinata cultura religiosa, questo aiuta. Ma la fede è altra cosa. È Dio che irrompe nella tua vita. Fede non è una conquista del tuo sapere, è piuttosto un arrendersi, uno spogliarsi, un cedere il passo a Qualcun altro che ti invita a partire da te stesso per andare altrove. Forse là dove tu non vorresti mai. Ma Dio è la dove tu sarai. Proprio come Abramo. Questo partire e ripartire è il cammino della fede, un cammino di libertà se viene vissuto nella relazione con Dio. Credi e cammini con fiducia, cammin facendo la fede si irrobustisce. Un cammino di verità che conduce alla libertà, un cammino di libertà che intercetta la verità. Perché non c’è vera libertà senza verità.
Sul portone d’ingresso del tempio valdese di Riesi è scritto: «La verità vi farà liberi». Questa parola di Gesù è stata messa lì come un chiodo nel cuore dell’omertà, nella capitale storica della mafia che è ormai diventata una delle capitali dell’emigrazione meridionale: su dodicimila abitanti ogni anno da Riesi cento giovani se ne vanno. Il numero dei riesini emigrati a Genova e a Torino supera di un terzo il numero degli attuali abitanti di questo borgo del Nisseno. A Riesi parlare di liberazione dalla mafia non è mai stato facile.
Cinquant’anni fa Tullio Vinay con la comunità di credenti che aveva costruito il centro di Agape ci ha provato. Con il villaggio del «Servizio cristiano» la verità, la libertà sono diventate – nella relazione con l’unica verità assoluta che è quella di Dio rivelata in Cristo – storia. Non basta parlare di verità e libertà: bisogna viverle, bisogna agire, sperimentare, costruire luoghi e relazioni di verità nella libertà. Questo è il nostro compito di evangelici per il quale, nel corso dei secoli, molti testimoni ci hanno preparato a svolgerlo.
Ottant’anni fa si spegneva Adolf von Harnack, grande maestro del protestantesimo. In occasione del funerale un suo giovane allievo intervenne, in rappresentanza degli studenti, per chiedere in che cosa consistesse l’eredità che questo noto teologo lasciava. «Ascoltando le sue lezioni – disse Dietrich Bonhoeffer – capimmo come la verità nasca solo dalla libertà». Il lavoro del teologo è quello di collegare verità e libertà. Ecco, noi veniamo da questa scuola, non siamo allievi così bravi come Bonhoeffer ma la questione della verità e della libertà è parte di noi.
Per questa ragione stiamo oggi soffrendo per gli inauditi quanto volgari attacchi alla libertà di stampa. La manipolazione della verità ha ormai raggiunto livelli da codice rosso. Intimidazioni, arroganza, pugni sul tavolo. Lo show della menzogna ci disgusta. Per essere cittadini liberi vogliamo fare domande e ricevere risposte chiare per conoscere la verità dei fatti. Ognuno poi ne trarrà le debite conseguenze.
Tratto da Riforma dell'11 settembre 2009 |