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MATERIALI DI STUDIO
 
"La vita umana nelle nostre mani? Chiese e bioetica"

Documento conclusivo della consultazione europea promossa dal Gruppo di lavoro sulla bioetica della Commissione Chiesa e Società della Conferenza delle chiese europee (KEK) che si è svolto a Strasburgo (Francia), dal 27 al 29 novembre 2003.

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Documento conclusivo della consultazione europea promossa dal Gruppo di lavoro sulla bioetica della Commissione Chiesa e Società della Conferenza delle chiese europee (KEK) che si è svolto a Strasburgo (Francia), dal 27 al 29 novembre 2003. Più di 70 rappresentanti di chiese di 22 paesi di tutta Europa si sono riuniti per discutere di alcune delle sfide etiche poste dai recenti sviluppi nelle scienze biomediche. Questo incontro è stato senz'altro il più ecumenico mai organizzato dalle chiese europee su questi temi. Gli argomenti della consultazione presentati da diversi esperti vertevano su: - i test genetici - le diagnosi prenatali e preimpianti - la medicina rigenerativa (a partire dalle cellule staminali) e il rispetto dell'embrione umano Due tavole rotonde hanno dibattuto su: - religioni e bioetica, con rappresentanti della Chiesa cattolica romana e delle religioni ebrea e islamica. - Società, politica e bioetica, con rappresentanti di Parlamenti nazionali, del Consiglio d'Europa e dell'industria farmaceutica. La discussione di questi temi controversi ha portato al riconoscimento di un insieme di valori e di principi comuni, ma anche di ambiti di divergenza e, a volte, addirittura di contraddizioni. Questi valori comprendono in particolare la dignità umana fondata sulla convinzione che l'essere umano è creato ad immagine di Dio. I partecipanti hanno preso coscienza dell'importanza del mutuo ascolto e del dialogo paziente, così come della condivisione delle conoscenze e convinzioni. Riconoscono il valore delle proprie tradizioni bibliche ed ecclesiali e sono convinti che la conoscenza scientifica abbia bisogno di una dimensione spirituale nelle sue applicazioni. Per quanto riguarda i test genetici, i partecipanti hanno riconosciuto l'utilità di alcune nuove possibilità di diagnosi e di comprensione di certe malattie e di eventuali nuove terapie ad essi correlati. Nessun accordo è stato trovato rispetto all'eventualità di proporre dei test genetici in assenza di possibilità di terapia. I partecipanti ritengono tuttavia che le chiese dovrebbero sostenere e promuovere il ricorso alla consulenza genetica e offrire un loro specifico accompagnamento spirituale e sottolineano i rischi di una discriminazione (per esempio a livello delle compagnie assicurative) legata all'informazione genetica. Circa le diagnosi prenatali e quelle preimpianto (DPI) non è stato raggiunto nessun consenso sull'utilizzo di queste tecniche, ma c'è stato accordo invece sul fatto che in caso di diagnosi prenatale, non dovrebbe esserci nessun tipo di pressione sociale o discriminazione nei confronti di quelle persone che decidano di non avvalersene. Tutti invece si sono detti contrari alla selezione di embrioni per ragioni non mediche e non patologiche, ma non si sono trovati d'accordo sulla possibilità di selezione per ragioni mediche. E' stata constatata la difficoltà di definire esattamente il termine "medico". Senza minimizzare la responsabilità di tutti di ridurre le sofferenze, le chiese devono continuare a mettere in questione la nozione di perfettibilità mentale e fisica, riconoscendo che la malattia e l'handicap possono far parte della vita umana. Tanto per la DPI quanto per la medicina rigenerativa, si è fatto strada un consenso generale per affermare che l'embrione umano ha diritto al rispetto legato alla dignità umana e a un certo grado di protezione. Grandi sono state invece le divergenze sullo statuto morale dell'embrione, e sulla ricerca utilizzante cellule staminali embrionali e sul loro utilizzo terapeutico. I partecipanti sono stati unanimi nell'incoraggiare la ricerca utilizzante cellule staminali adulte e cellule del cordone ombelicale. Tutti hanno rifiutato la clonazione riproduttiva. Gli embrioni sovrannumerari hanno suscitato una forte controversia, in particolare in riferimento al fatto di sapere se c'è una differenza morale tra la loro morte nel corso della ricerca e il fatto di non conservarli in vita. Si è trovato invece consenso sul fatto di chiedere che la produzione di embrioni sovrannumerari nel quadro dell'assistenza medica alla procreazione sia ridotta il più possibile. Alcuni partecipanti hanno sottolineato la pressione economica ed utilitarista che subiscono le persone - e in particolare le donne - confrontate a questi problemi, così come una certa tendenza della genetica a ridurre l'essere umano alle sue dimensioni biologiche e funzionali. Erano dell'avviso che in una prospettiva globale, molte di queste questioni possono apparire come delle preoccupazioni di "lusso". I partecipanti si sono impegnati a proseguire la riflessione e la discussione su questi temi a livello personale, a livello delle chiese e nel contesto ecumenico più ampio, in particolare nel quadro della KEK. Salutano favorevolmente il futuro lavoro della Commissione Chiesa e Società della KEK in questo settore e il suo dialogo con le istituzioni politiche europee. Rappresentando una parte importante della società europea, le chiese riflettono su questi temi da ormai parecchi anni, prendendo spunto dalla ricchezza delle loro tradizioni ed esperienze religiose. Suggeriscono, tra le altre cose, che i seguenti temi vengano presi in considerazione: - il problema degli embrioni sovrannumerari - la clonazione terapeutica - il brevetto degli organismi viventi - le questioni di fine di vita - la biotecnologia legata all'agricoltura e all'ambiente - lo sviluppo scientifico e l'evoluzione etica - la relazione tra l'immagine di Dio e la finitezza umana - la nozione di persona umana La KEK è una comunità di 125 chiese ortodosse, protestanti, anglicane e vecchio-cattoliche di tutti i paesi europei, così come di 40 organizzazioni associate. La consultazione di Strasburgo si è tenuta sotto il patronato del segretario generale del Consiglio d'Europa, Walter Schwimmer, in cooperazione con la Comunione delle chiese protestanti in Europa (CEPE), il "Centro di sociologia delle religioni e di etica sociale" dell'università "Marc Bloch" di Strasburgo, e con il sostegno della Interpharma, della Regione Alsazia, del Consiglio Generale del Basso-Reno, del Comune di Strasburgo, della fondazione olandese "Stichting Rotterdam" e delle chiese protestanti unite dei Paesi-Bassi. Gli atti di questa consultazione sono pubblicati. Gruppo di lavoro sulla bioetica della Commissione Chiesa e Società della KEK
 
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