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OTTO PER MILLE

ANNO 2004

Progetto Estero

Il fondo Otto per Mille 2004 per l'estero ha interessato i capitoli dell'Assistenza e Sviluppo Sociale per una percentuale del 36,90%, Bambini e Giovani per il 25,39%, Sviluppo Agricolo e attività produttive per il 22,87%, Sanità per l'11,13%, Diritti Umani per il 3,54%. Il nostro impegno spazia dall'Africa, all'America Latina, all'Asia, ai Balcani.

Con l'Associazione Campamentos de Trabajo, in Argentina, abbiamo conosciuto le tradizioni del popolo Mapuche ed i molteplici aspetti della spinosa questione indigena, teatro di violazione dei diritti umani per oltre cinquecento anni.
Attualmente l'etnia Mapuche risiede nella parte meridionale dell'America Latina, in Cile, dove ve ne sono circa 1,5 milioni e in Argentina, con una comunità di 200.000 persone. Popolo di grandi guerrieri, resistettero alle invasioni degli indios e poi degli spagnoli che dopo un secolo di sanguinose battaglie, li costrinsero a vivere in una area di 10 milioni di ettari, dai 31 milioni iniziali in loro possesso (gran parte del Cile Meridionale).
Nel 1860 iniziò la divisione legalizzata delle terre Mapuche, con conseguente sfratto delle comunità residenti. Con il pretesto di promuovere la civilizzazione e la cristianità, prima gli Spagnoli e successivamente i nuovi stati indipendenti di Cile e Argentina, ne occuparono i territori. Nel 1885 i Mapuche persero definitivamente le loro terre, molti di loro furono uccisi e i superstiti, senza più alcun bene, furono costretti a vivere in comunità rurali o a trasferirsi in città.
Nonostante la perdita della sovranità nazionale e l'annessione alla Repubblica del Cile, gli indigeni Mapuche non hanno in nessun modo rinunciato alla lotta per le loro terre e per le loro risorse, senza le quali la sopravvivenza del popolo stesso è minacciata.

L'organizzazione Campamentos de Trabajo è composta da giovani universitari fortemente impegnati sul tema della questione dei diritti dei Mapuche.
Inizialmente l'Associazione contava circa 2.000 partecipanti localizzati in quasi tutte le province argentine. Durante la dittatura, le attività dell'organizzazione furono interrotte, per riprendere con rinnovato entusiasmo nel 1995 quando furono elaborati nuovi programmi di lotta sociale e proposte alternative di lotta collettiva, sulla base dei principi di indipendenza religiosa, statale, partitica. Fu adottato il criterio della orizzontalità come forma di costruzione sociale, ed il consenso, così come la autogestione, la solidarietà, il rispetto per la diversità, come modalità di decisione.
In virtù della evidente crescita politica, nel 2002 l'associazione decise di cominciare a lavorare con due organizzazioni: il CAI Consejo Asesor Indigena , e la Unión de Campesinos Poriajhú (Contadini poveri).
Al momento, l'organizzazione realizza programmi di alfabetizzazione per comunità indigene e contadine che vivono in condizioni di povertà e vulnerabilità sociale. I programmi si compongono di corsi di educazione popolare, corsi di manualità, allestimento di mercati di indumenti usati, corsi di formazione, corsi di microimprenditorialità ecc…

Il progetto approvato dalla Tavola Valdese nel 2004 dal titolo: Mapuche, gente della terra si sviluppa in due tappe .
La prima prevede la realizzazione di tre corsi di educazione popolare , della durata di dieci giorni ciascuno, nelle aree di: Ing. Jacobacci, Cuesta del Norquinco e Cuesta del Ternero, e parallelamente di corsi di formazione per formatori in alfabetizzazione.
I primi due corsi, rivolti a giovani e adulti intendono recuperare la memoria storica del popolo Mapuche, la loro cultura, identità, cosmovisione, lingua, giochi, pietanze, erbe medicinali e informare sul tema della problematica della terra, dei diritti internazionali, nazionali e provinciali e dello stato attuale dei conflitti.
Il terzo corso è rivolto ai giovani di tutta l'organizzazione e tratta il tema del Consiglio di Consulenza Indigena (CAI) dal punto di vista della struttura, organizzazione interna, la storia, gli obiettivi, l'identità.
La seconda tappa prevede che i membri della associazione si rechino nelle distinte zone nelle quali si sono svolti i corsi di formazione per valutare insieme con i membri della organizzazione CAI lo sviluppo, i progressi, le difficoltà incontrate nel processo di alfabetizzazione ed elaborare strategie per il futuro.

La seconda testimonianza di cooperazione che riportiamo è quella offerta da una associazione Non Lucrativa di Utilità Sociale composta di Medici Dentisti: il COI - Cooperazione Odontoiatrica Internazionale.
L'associazione persegue finalità di solidarietà internazionale e sociale mediante la promozione della salute orale in favore di comunità sfavorite del Nord e del Sud del mondo. Si avvale del lavoro di volontari esperti, elabora e realizza programmi di Prevenzione Orale, collabora con organizzazioni nazionali ed internazionali, cliniche ed istituti universitari.

Il progetto presentato e approvato dalla Tavola Valdese si intitola: Sostegno a sei ambulatori dentistici pediatrici dei campi profughi palestinesi in Libano.
Il programma previsto ha permesso di potenziare l'attività clinica degli ambulatori dentistici pediatrici annessi alle scuole materne dei campi profughi palestinesi in Libano, e nello stesso tempo raccogliere una banca dati sulle condizioni di salute orale dei piccoli utenti per i quali le malattie della bocca hanno una elevatissima incidenza.
Il servizio è molto richiesto e risponde ad uno dei bisogni più sentiti dalla popolazione dei campi, a cui nessun altro organismo internazionale o libanese è al momento in grado di rispondere.
I campi profughi identificati nel progetto sono 6 (tra questi vi è anche Shatila, tristemente nota insieme a Sabra per il massacro del settembre del 1982 perpetrato dall'esercito israeliano), dispersi dal nord al sud del territorio. Nei campi risiedono tuttora profughi palestinesi provenienti da Haifa, Gaza e Galilea che hanno trovato riparo dalla guerra del 1948. Oggi i discendenti di seconda e terza generazione sono ancora lì, ed il loro destino è quanto mai incerto. Nella società libanese sono tollerati, ma non integrati. Infatti il governo, riconoscendo il diritto al ritorno nelle terre d'origine, ostacola allo stesso tempo la possibilità di inserirsi appieno nella vita del paese, negando la fruizione completa di alcuni diritti (istruzione, sanità, proprietà, eredità) e l'accesso ad alcune professioni (medico, avvocato, ingegnere, giornalista).

Attraverso il progetto, l'associazione provvede all'invio di materiale di consumo ed attrezzature odontoiatriche approfittando delle missioni dei volontari o effettuando spedizioni periodiche via nave, acquista delle attrezzature mancanti per la piccola manutenzione (trapani, autoclavi, lampade, ecc…), realizza di corsi di aggiornamento per dentisti palestinesi sulle nuove linee guida in materia di pedodonzia (cura dei bambini), si occupa della formazione specifica per infermiere palestinesi sul tema della assistenza odontoiatrica per pazienti in età pediatrica.
I 6 ambulatori odontoiatrici sono gestiti dalla associazione locale ASSOMUD (National Institute for Social Care and Vocational Training) ed hanno sede nelle scuole materne dei campi. Questa convivenza tra strutture sanitarie ed educative - dentisti ed insegnanti lavorano fianco a fianco - rappresenta un punto di forza e di originalità del progetto, in quanto permette l'integrazione degli aspetti didattico e sanitario in un ambito comune: l'attenzione ai minori.
Gli ambulatori forniscono assistenza gratuita a circa 10.393 profughi palestinesi che altrimenti non avrebbero accesso ad alcun tipo di assistenza infermieristica. Circa 8.000 di questi sono bambini tra i 3 ed i 6 anni.

Ancora sul tema dei minori, prosegue instancabile il lavoro dell' Heks Eper e della associazione AIDRom a Bucarest, in Romania. Il progetto assicura la cura medica dei bambini di strada, provvede alla loro nutrizione ed al vestiario, a migliorarne la formazione scolastica ed al reinserimento nella scuola e nei nuclei famigliari.
Il centro assicura soluzioni diverse per i piccoli utenti in relazione all'età del bambino e alla situazione familiare che lo aspetta o dalla quale proviene. Per bambini che hanno trascorso un soggiorno di 6/18 mesi nella casa, si organizza il rientro nella famiglia di origine oppure, ove questo non sia possibile, in una famiglia diversa che sia disposta a provvedere alla loro cura. In altri casi, i bambini vengono affidati ad una casa famiglia o dati in adozione.
I bambini di strada sono visitati regolarmente dalle assistenti sociali che offrono piccoli aiuti sul posto e sono invitati a raggiungere la associazione per trascorrere una giornata in un ambiente sano.

Alcuni di questi, circa 75-80, la sera poi tornano sulla strada. Nei mesi invernali che sono estremamente freddi, il numero dei bambini “transit” (così vengono chiamati gli utenti di passaggio) aumenta considerevolmente. I bambini si avvicinano al centro perché hanno fame, perché hanno bisogno di cure mediche, oppure semplicemente perché cercano un luogo sicuro dove trascorrere un certo tempo.
Per i bambini infine che passano dal frequentare il centro in maniera sporadica ad una presenza più assidua, è data la possibilità di frequentare il programma di educazione che prevede le componenti di alfabetizzazione, salute ed igiene del proprio corpo, comportamento in gruppo ed in società. Per ragazze che hanno subito violenza sessuale è previsto un programma speciale di recupero.
Si aggiungono alla pianificazione anche un programma per residenti ed uno specifico per i giovani il cui reinserimento nella famiglia non è più possibile.
Il progetto intende contribuire ad arginare il diffondersi di un fenomeno sempre più evidente nel paese, che riguarda l'abbandono dei minori ed il dilagare della microcriminalità.

Le proposte presentate alla Tavola Valdese sono state 93; 81 di queste sono state approvate. L'elenco è riportato sul Sito Internet www.chiesavaldese.org, sezione Otto per Mille, rendiconto 2000/2004.

L'Ufficio Otto per Mille è a disposizione per fornire ulteriori informazioni su ciascun progetto.

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