ANNO 2006 - Progetti Estero
Nell’anno 2006 sono stati presentati 127 progetti per l'Italia e 150 progetti per l’estero.
I progetti approvati in Italia sono stati 105, i progetti approvati per l’estero sono stati 107.
I settori di intervento dei progetti approvati all’estero sono: |
Assistenza |
35,51% |
Ristrutturazione |
15,88% |
Formazione |
14,01% |
Sanità |
12,14% |
Agricoltura |
11,21% |
Diritti umani |
8,41% |
Altro |
2,80% |
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Proponiamo, di seguito, una selezione di alcuni dei progetti più significativi.
Amistrada
Rete di Amicizia Ragazze e Ragazzi di strada
"In Guatemala per fuggire i luoghi di miseria e di disperazione, molte ragazze e ragazzi scelgono la strada. Sono più di cinquemila e il loro numero è in continuo aumento. Per loro la strada non è solo violenza, fame, malattie, sofferenza, umiliazioni, stupri, torture e morte, ma anche casa, famiglia, amicizia, amore, condivisione, ribellione, libertà e festa.
Vanno nel centro della città, lì dove trovano luce, negozi, animazione. Vivono in bande, ognuna delle quali ha il proprio territorio, spesso una piazza o un parco, a volte solo un marciapiede, dove si ritrovano di notte per dormire insieme condividendo il calore e l'amicizia, protezione contro il freddo della notte e un mondo nemico.
La maggiore parte vive in coppia e, attorno ai quindici anni, molte ragazze diventano madri e spesso allevano i figli per strada.
I bambini sono preziosi, voluti o meno, e quando arrivano, le loro madri, i loro genitori, danno loro il meglio, dispiegano tesori di pazienza e amore in circostanze che rimangono sempre precarie. La strada è difficile da vivere, ma ha le sue gioie, i suoi momenti di prossimità e di intimità, le sue espressioni, le sue convivialità. Ed è sempre una vittoria sulla rassegnazione, sul non senso, sulla droga, sulla violenza, sulla prostituzione".
In Guatemala, negli anni, questo insieme variegato di ragazzi di strada si è strutturato fino a dare vita ad un movimento, il Movimento Giovani della Strada, che dal 2006 è totalmente autogestito.
In Italia la vitalità, la gioia, l’intensa voglia di vivere, il senso dell'amicizia dei giovani guatemaltechi hanno impressionato a tal punto che un gruppo di persone ha deciso di costruire con i ragazzi del Guatemala una organizzazione a sostegno del movimento guatemalteco. Nasce così la Rete di amicizia e appoggio alle ragazze e ai ragazzi di strada.
Il movimento fa riferimento: |
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alla strada, dove si offrono corsi di alfabetizzazione e post-alfabetizzazione alle centinaia di giovani raggiunti, organizzati in decine di gruppi, |
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alla casa dell'amicizia, una struttura dove viene offerta ai giovani la possibilità di lavarsi, di consumare pasti caldi, di partecipare a corsi di istruzione di base, scolastica e professionale, dove si svolgono inoltre laboratori di falegnameria, panetteria-pasticceria, cucina, sartoria, |
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alla casa 8 marzo, dove viene offerta ospitalità alle ragazze che vogliono uscire dalla strada e ai loro figli, alle ragazze incinte, alle ragazze in situazioni di emergenza: con gravi problemi di salute, che hanno subito violenza, che sono in pericolo di morte. |
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Gli obiettivi del progetto sono: |
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consolidare il movimento delle ragazze e dei ragazzi di strada, |
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accompagnare le ragazze e i ragazzi lungo il percorso di formazione integrale, scolastica, professionale e personale, |
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sostenere le ragazze e i ragazzi che vogliono uscire dalla strada nella ricerca di una casa e di un lavoro, e nella realizzazione di un intero progetto di vita, |
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sostenere il processo educativo delle figlie e dei figli delle ragazze che sono uscite dalla casa o che ancora vivono per la strada, |
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approfondire le tematiche dell’identità di genere e della liberazione delle donne e degli uomini. |
Matri Charitable Trust
Bodgaya, Bihar, India.
La storia dell’associazione coincide in gran parte con quella della sua fondatrice e amministratrice, Adriana Ferranti, direttrice del centro e responsabile del reperimento e l’utilizzazione delle risorse, dell’ideazione ed applicazione di piani di sviluppo a breve e lungo termine e della gestione del Centro e dei suoi programmi.
L’organizzazione è registrata presso il governo indiano come organizzazione filantropica.
Nasce a Bodhgaya nel Bihar (India Settentrionale), essendo questo uno degli stati più poveri, depressi e densamenti popolati del Paese, oltrechè più fortemente colpito dalla lebbra e meno alfabetizzato.
Nel centro, attualmente costituito da un ospedale, un reparto ambulatoriale, un ambulatorio veterinario, un ospizio per senzatetto, un canile, magazzini e tre alloggi, si effettuano interventi per la prevenzione, la cura e la riabilitazione di pazienti affetti da tubercolosi, lebbra e da altre tipologie di invalidità, attività di promozione dello sviluppo educativo, medico, economico e sociale della popolazione indiana in generale e di quella del Bihar in particolare, si promuovono progetti per il beneficio della comunità nei campi della sanità, della nutrizione, dell’alfabetizzazione e dell’agricoltura e addestramento professionale per adulti, programmi di medicina veterinaria, e di ricovero e gestione di animali randagi. Molto prezioso è poi il capitolo relativo alla cura delle donne incinte, del bambino e delle fasi pre e post natale, attività queste affiancate sapientemente dalla diffusione di un ampio programma per il controllo delle nascite.
Vale la pena infine ricordare il servizio di diffusione di campagne di educazione sanitaria sull’HIV e di immunizzazione infantile, ed il servizio di soccorso e ambulanza.
Il centro prevede di estendersi ulteriormente attraverso la costruzione di una sala comunitaria dove possano trovare ricovero temporaneo i familiari dei pazienti ricoverati, che spesso devono percorrere molta strada a piedi per raggiungere l’ospedale.
OMID
Afghanistan, Provincia di Ghazni, Distretto di Jaghori. Il distretto è abitato dall’etnia minoritaria hazara. E’ una zona remota del paese, montuosa, e coltivata soltanto in minima parte. Gli inverni sono molto duri, la neve e gli smottamenti isolano le popolazioni e le fattorie per lunghi periodi dell’anno. La popolazione locale vive dei pochi prodotti della terra, non vi sono alternative di guadagno. L’accesso all’acqua è divenuto anche questo difficoltoso, in quanto i pozzi ormai devono raggiungere una profondità di 70 mt. per essere sfruttati.
La guerra, durata più di venti anni, ha distrutto gran parte delle famiglie afghane, lasciando alle sue spalle uno stuolo di orfani che sono stati accolti dalle famiglie allargate. Le condizioni economiche di queste famiglie sono pessime, cosicché gli orfani vengono sfruttati e privati del loro diritto all’istruzione. I maschi sono indirizzati verso il lavoro minorile, le bambine, indotte a matrimoni precoci, diventano spesso oggetto di sfruttamento sessuale e abuso.
In questo contesto opera l’associazione Shuhada, organizzazione non governativa afghana che dal 1989 persegue l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione, donne e bambini in particolare, coadiuvata in questo suo scopo dall’instancabile lavoro della associazione OMID, costituitasi nel 2001 per sostenere le attività della associazione sorella in Afghanistan.
L’obiettivo del progetto approvato dalla Tavola Valdese è di offrire una casa protetta alle bambine rimaste orfane ed alle 6 vedove che si prendono cura di loro. Le più piccole ricevono una istruzione nell’orfanotrofio stesso. Le bambine più grandi invece, al momento opportuno, potranno frequentare la scuola gestita da Shuhada a Jaghori.
L’ospedale di Shuhada fornisce assistenza sanitaria a tutti gli ospiti dell’Orfanotrofio.
L’orfanotrofio accoglie cinquanta bambine orfane tra i 5 ed i 10 anni di età più le sei vedove. Inoltre, l’orfanotrofio offre un posto di lavoro a sette persone.
Missione contro la lebbra
La Missione evangelica contro la lebbra si costituì in Italia nel 1968 come diramazione italiana della The Leprosy Mission International fondata nel 1874 in India, dal missionario irlandese W. Baliley, per combattere la malattia.
Nel 1984 la Tavola Valdese chiese al past. Archimede Bertolino di assumerne la responsabilità. Questi pensò che sarebbe stato bene costituire la Missione evangelica contro la lebbra italiana in un’associazione; il che avvenne con atto notarile nel maggio 1987.
Fatto questo primo passo, si iniziò l'iter per il riconoscimento giuridico: l’associazione è stata quindi eretta ente morale ed iscritta nel Registro delle persone giuridiche presso il Tribunale di Torino e riconosciuta come ONLUS in data 24 Dicembre 1998.
Scopo della Missione è quello di informare sull’opera che la Missione internazionale svolge, e chiedere a singole persone, a Chiese ed a gruppi il sostegno in preghiera e con offerte.
Sempre più inserita in programmi sanitari governativi, la Missione internazionale opera in 30 nazioni dell'Africa, Asia e Oceania, avvalendosi non solo di uno staff di circa 2.300 tra medici e paramedici in maggioranza locali ma, in taluni casi, anche di propri ospedali.
Cos’è la lebbra?
Si tratta di un bacillo, simile a quello che provoca la tubercolosi, chiamato "mycobacterium leprae".
Non è una malattia molto infettiva né ereditaria, e soprattutto, se è curata in tempo, non lascia alcun segno. Se invece viene trascurata, causa la perdita della sensibilità e, di conseguenza, poiché non si avverte più alcun dolore può provocare piaghe, menomazioni e perfino cecità.
La lebbra è molto diffusa in modo particolare in India, in Indonesia, in Brasile e in vari paesi africani.
Oggi, con la MDT (polichemioterapia) l’ammalato di lebbra, appena comincia la cura, non è più contagioso e, curandosi, può essere guarito in un periodo compreso tra i sei mesi ed i due anni; si evita, così, il contagio e si prevengono le deformità conseguenti.
Da quando è usata la MDT (1980) ben 15.000.000 di ammalati di lebbra sono stati guariti.
Resta, però, ancora molto da fare perché ogni anno vengono scoperti circa 600.000 nuovi casi di lebbra e circa 2.500.000 di ammalati di lebbra sono bisognosi di cure.
L’Ufficio Otto per Mille sarà lieto di fornire ulteriori informazioni sui progetti descritti così come su tutti quelli approvati nell’anno. |