Chiesa evangelica valdese - home page
sinodo where to find us otto per mille
Stampa questa paginaStampa questa pagina
IL 17 FEBBRAIO

IL FUOCO DELLA LIBERTA'

di Giuseppe Platone

un falò per ricordare il 17 febbraio 1848La sera del 16 febbraio, secondo la tradizione che risale all’anno 1848, in molte località delle valli valdesi si accenderanno i fuochi, i falò di gioia. E non solo alle valli. Ricordo, anni fa, di avere partecipato a un bel falò valdese in Sicilia e a un altro in Liguria, sulla spiaggia. C’è dunque dietro a quel fuoco di libertà un retroterra storico che può scadere a semplice fatto folclorico ma che, nella sua essenza, rinvia alla libertà del cristiano. Una libertà conquistata a fatica ma allo stesso tempo ricevuta come un dono. Essa è tra i beni più preziosi, dopo la vita, che abbiamo su questa nostra terra e si coniuga in libertà di coscienza, di potere scegliere… e pur di essere liberi siamo disposti a giocarci tutto.

Anche noi, come cittadini di questo Stato e come credenti evangelici cerchiamo la libertà. La festa del XVII Febbraio, che chiamiamo «festa della libertà», ha per noi una valenza civile e politica; riguarda storicamente l’emancipazione di una minoranza. Fu una conquista di civiltà che sarà pienamente affermata solo il giorno in cui tutte le minoranze e le fedi saranno uguali di fronte allo stesso stato. Ne abbiamo parlato tante volte anche a proposito del fatto che in questo nostro paese manchi una legge che inquadri, in modo equo, la questione della libertà religiosa. Siamo ancora in clima di disparità anche se, attraverso l’Intesa, un risultato l’abbiamo raggiunto. Ma ci sono ancora molti soggetti in anticamera che aspettano di siglare la loro Intesa. In altre parole, se parliamo di libertà bisogna precisare di quale libertà si tratta. Anche perché il termine è inflazionato e piegato a finalità diverse. È un «pongo» adattabile a ogni situazione. Per esempio, a proposito di libertà di informazione si corre il rischio (o ci siamo già dentro?) di ridurla a una parodia del pluralismo. Le voci vere di controinformazione, le piccole testate, le esperienze coraggiose ma povere di mezzi economici sono di fatto soffocate dal clamore dei colossi mediatici e cartacei. Il rischio di una libertà che è solo apparente, dettata da regole di mercato che massificano i comportamenti, è reale.

Il contenuto della libertà a cui guardiamo è legato all’evangelica «verità che ci farà liberi», al discepolato dietro il Cristo (non davanti o al suo posto) In questa stagione di affanno delle nostre chiese, non dimentichiamo che la libertà è come il fuoco. Illumina, riscalda ma può anche distruggere. La ricerca di libertà può essere usata come un’arma per costringere tutti dentro lo stesso schema. Se la libertà non si traduce in servizio verso la libertà degli altri (e quindi verso noi stessi), si rischia, anche nella chiesa, di «morderci e divorarci gli uni gli altri» (Galati 6, 15) in un infinito gioco al massacro. Lasciamo dunque fiorire il dono che abbiamo ricevuto della libertà nelle sue varie tonalità che colorano la nostra vita.

(Tratto da Riforma del 28 gennaio 2005)

 

 

 

© 2009 Chiesa Evangelica Valdese