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Dal dizionario di Maria Bonafede: "creazione"

Proseguiamo con la quarta delle parole scelte da Maria Bonafede per la trasmissione di Radio3, Fahrenheit, nella settimana dal 9 al 13 febbraio

«Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.» (Genesi 1/26-27)
«Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.» (Genesi 2/7)

E' uno dei passi più noti della Bibbia, il passo della Genesi nel quale si racconta di Dio che crea l'uomo e gli infonde la vita. E lo vogliamo rileggere proprio nel giorno in cui ricorre il secondo centenario dalla nascita di Darwin e ci torna alla mente quel dibattito infinito tra evoluzionisti e creazionisti che ha appassionato e lacerato l'opinione pubblica di tutto il mondo.
Nella foga di un processo che si svolse nel 1925 nello stato del Tennessee, si affermò: se vincerà l'evoluzionismo, morirà il cristianesimo. Era una falsa profezia: le teorie sull'evoluzione della specie non hanno ucciso – e direi neanche ferito – il cristianesimo.

Lo dico da cristiana, convinta che l'uomo e la donna siano creature di Dio e che egli ci parla attraverso la Bibbia, e quindi anche attraverso lo splendido racconto della Genesi che ho appena richiamato. Questo bel racconto di un libro che invita alla fede è stato contrapposto ad una verità scientifica che invece ci parla di big bang e quindi dell'evoluzione di una particolare specie animale di cui noi saremmo l'espressione finale. La fede da una parte e la scienza dall'altra, il racconto della Bibbia contro la scoperta scientifica.

E' una contrapposizione che respingo. Le tesi di Darwin offrono una plausibile spiegazione al perché alcune specie siano sopravvissute mentre altre sono sparite dalla faccia della terra; ci fornisce degli elementi per capire cambiamenti epocali che hanno riguardato la terra, il regno vegetale e quello animale. uomo e donna compresi.

Il racconto biblico ci dice, almeno a chi come me lo legge con gli occhi della fede, che Dio è il Signore di ogni cosa e che l'uomo e la donna da qualunque evoluzione della specie provengano sono ugualmente sue creature, forgiate a sua immagine e somiglianza.
E non è un caso che tante tradizioni culturali e politiche abbiano radicato proprio in questa verità biblica i principi della dignità dell'uomo, della sua libertà e dei suoi diritti fondamentali. Quei principi che oggi definiamo – correttamente – universali e che laicamente prescindono da una visione religiosa del mondo.

Per questo, proprio nel giorno in cui ricorre la nascita di Darwin, non ritengo improprio o paradossale rileggere le prime righe della Genesi: la ricerca scientifica, sull'evoluzione come sulla biomedicina, è libera. E se non lede diritti fondamentali della persona e non si contrappone agli interessi generali, non entra in contrapposizione con la fede.

La fede non si nutre di verità scientifiche, non sta né cade sulla base di prove di laboratorio. La fede può rispettare la scienza perché non si fonda su di essa ma su una chiamata, sulla preghiera, sul rapporto con Dio, sull'amore per le persone che egli mette sul nostro cammino, sul confronto con quella parola scritta molti secoli fa. E quindi anche su quel racconto favoloso che, contro ogni nostra tentazione di onnipotenza, ci ricorda che siamo creature e non creatori, che siamo inquilini e non padroni del mondo e che il mondo è stato consegnato alla responsabilità umana perché lo facciamo vivere e non morire. Il mondo che Dio ha creato non è per la nostra generazione soltanto ma anche per quelli che verranno dopo di noi ed è necessario ricordarselo bene.

12 febbraio 2009

 

DAL DIZIONARIO DI MARIA BONAFEDE
 
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