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SINODO 2007

Il vescovo di Pinerolo Debernardi è intervenuto per la Cei

IL VALORE FORTIFICANTE DELLA PREGHIERA

Piergiorgio DebernardiLunedì 27 agosto il Sinodo ha ascoltato un messaggio portato dal vescovo di Pinerolo Piergiorgio Debernardi, in rappresentanza della Conferenza episcopale italiana. Intervenuto ai lavori sinodali (e il giorno precedente anche al culto d’inaugurazione insieme ad alcuni sacerdoti della locale diocesi), Debernardi ha portato il saluto di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per l’ecumenismo, impegnato nei preparativi alla partecipazione alla III Assemblea ecumenica europea, in programma a Sibiu.
Debernardi ha raccontato delle preghiere pronunciate nelle chiese della diocesi di Pinerolo per i lavori del Sinodo. «A volte – ha detto – cadiamo nella tentazione di dire: c’è altro più importante da fare. E si sottovaluta l’importanza della preghiera», che invece «... unisce, consola, impedisce al cuore di irrigidirsi».

Il vescovo di Pinerolo non ha negato le difficoltà vissute dall’ecumenismo nella fase attuale e, proprio per questo, ha richiamato le parole di due profeti: Isaia («Sono stanchi i miei occhi di guardare in alto» – 38, 14) e Osea («Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo» – 11, 7). «Ma è proprio vero – ha proseguito – che non abbiamo il coraggio di guardare in alto? Siamo così delusi gli uni degli altri? Se così è, dobbiamo dire che si è spento in noi il desiderio della preghiera», che invece «facilita il cammino verso l’unità». Hanno fatto seguito, nell’intervento, le citazioni, sempre in merito alla preghiera, da Calvino e dal padre della Chiesa Gregorio di Nazianzio.

Il vescovo di Pinerolo ha poi fatto riferimento alla diaconia, uno dei temi forti che sarebbero andati in discussione al Sinodo, facendo riferimento a una predicazione sulla parabola del buon samaritano, tenuta dal prof. Valdo Vinay a Roma, alla vigilia di Pentecoste del 1973 e a un suo Commento ai Vangeli (Morcelliana 1992): «Dio dà l’agape che edifica la Chiesa come la manna a Israele nel deserto. Non la si può conservare e garantire con le istituzioni umane. Dobbiamo riceverla fresca ogni mattina di nuovo».
«Nel territorio pinerolese – ha concluso Debernardi – mi pare che (...) ci sia la gioia di condividere l’ascolto, iniziative e progetti. Non idealizzo la nostra situazione locale, ma posso attestare che, con semplicità di gesti, camminiamo insieme molto fraternamente. È un umile, ma sincero segno di speranza».

Tratto da Riforma del 14 settembre 2007

 
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