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SINODO 2007

L’incontro e gli interventi degli ospiti italiani e stranieri

UN'AMICIZIA GLOBALE CHE CRESCE

Le decisioni del Sinodo interessano tutto il protestantesimo internazionale così ampiamente rappresentato a Torre Pellice

di Giuseppe Platone

La lista è stata straordinariamente lunga: cinquantacinque ospiti al Sinodo valdese. Alcuni di loro hanno preso la parola nel corso dei lavori sinodali con interventi, non di rado, direttamente collegati ai temi affrontati. Dai vari messaggi emergeva l’interesse, spesso l’amore, per la comunione delle chiese valdesi e metodiste in Italia. Felix Canal (Foto Riforma)«Alcune presenze – come ha notato con un pizzico di humour Maria Bonafede, all’inizio dello stesso Sinodo al momento del saluto rivolto a tutti e sottolineato da un caloroso applauso – sono ormai tradizionali». Ma, anche quest’anno, non sono mancate persone che, in quanto delegati della propria chiesa, partecipavano per la prima volta ai lavori sinodali. La rete nazionale e internazionale che ha incorniciato il Sinodo è notevole. Così come notevole è stato il lavoro di traduzione simultanea assicurato da un gruppo di sei traduttori.
Oltre che dall'Italia gli ospiti provenivano da diverse parti del mondo. Quelli arrivti da più lontano sono stati gli americani del nord; altri giungevano dai paesi europei quali la Gran Bretagna, la Repubblica Ceca, i Paesi Bassi e poi la Germania, la Svizzera, la Francia. Con i suoi 87 anni, portati in modo splendido, Felix Canal è stato il decano degli ospiti stranieri insieme alla pastora Hanny Wartenweiler della Svizzera, che da un’intera vita segue le vicende delle nostre chiese.

Ricordiamo alcuni interventi. Brad Lewis, presidente della Chiesa riformata d’America ha ricordato che anche negli Stati Uniti la Chiesa riformata è tra le più piccole della famiglia protestante. «Il nostro numero fa sì che i politici non ci temeranno mai per la nostra influenza positiva o negativa sulle elezioni. Il solo modo che abbiamo per farci ascoltare in quello che abbiamo da dire è quello di svolgere il nostro compito molto attentamente. Dobbiamo convincere la gente attraverso la qualità del nostro pensiero, la comprensione con la quale trattiamo con le questioni del nostro tempo, attraverso la nostra volontà a partecipare pienamente, apertamente e senza riserve quali partner a pieno titolo nel dibattito pubblico riguardo alle maggiori istanze che il nostro mondo si trova a fronteggiare». Infine ha ricordato l’impegno di molte chiese protestanti statunitensi contro la pena di morte insieme a una serie di considerazioni teologiche ed etiche per le quali la pena di morte è, per un cristiano, inaccettabile.
Dal mondo metodista statunitense era presente, per la prima volta a Torre Pellice, Ullas Tankler, segretario esecutivo per l’Europa e il Nord Africa del Global Ministries United Methodist Church. Egli ha ricordato la difficile situazione in Europa prima del crollo del muro di Berlino. «Ma i muri – ha commentato Tankler – continuano troppo spesso a rimanere nelle menti. Come persone liberate dobbiamo cercare di abbattere le barriere che dividono e istigano le persone le une contro le altre e imparare, sempre e di nuovo, a lavorare insieme. È una fatica necessaria».

Yvonne Jones (Foto Riforma)Dal mondo anglosassone, la signora Yvonne Jones in rappresentanza della Chiesa unita riformata d’Inghilterra ha voluto ringraziare il diacono Massimo Long per la brillante organizzazione, in luglio, di un viaggio comunitario di valdesi italiani in visita a comunità riformate inglesi. Per il prossimo anno è previsto un viaggio di protestanti inglesi in Italia, che continuerà così quella simpatica tradizione di scambio iniziata, tanti anni fa.
Dalla Scozia la pastora Shielag Kesting, moderatore della Chiesa protestante scozzese ha rivolto al sinodo un discorso, molto applaudito, nella cui parte centrale ha affermato: «Sembra che noi della Chiesa di Scozia stiamo seguendo le vostre orme. Voi celebrate il quarantesimo anniversario della consacrazione delle donne pastore quest’anno. Noi lo celebreremo il prossimo! Avete avuto la vostra prima donna moderatore e io sono la prima moderatore. Ho individuato tre aree all’interno delle quali le nostre chiese stanno trattando argomenti comuni. La sistemazione del campo di lavoro sul territorio nazionale. Le relazioni con la Chiesa cattolica romana: in Scozia siamo ancora la chiesa di maggioranza, ma la Chiesa cattolica romana ci è ormai vicina nei numeri. La sua struttura comporta che essa abbia un alto profilo mediatico. Noi al contrario, con un moderatore che cambia ogni anno e presidenti di esecutivi che cambiano ogni quattro, non offriamo la continuità che i media gradiscono. Allora risulta arduo proporre una voce cristiana alternativa su certi temi, anche perché non vogliamo essere polemici per paura di lasciare spazio a un settarismo che è stato descritto come "la vergogna scozzese". Parimenti siamo capaci di lavorare insieme con tutte le altre chiese con successo per quanto riguarda la campagna contro lo smantellamento dei missili nucleari Trident. La terza area che ci accomuna è quella legata ai temi che riguardano la separazione tra chiesa e Stato. La Chiesa di Scozia ha un’indipendenza spirituale dallo Stato, un’indipendenza che è stata sostenuta in diverse occasioni dallo Stato stesso. Ora, tuttavia, una nuova legislazione che regola gli enti di beneficenza (Onlus) sta affliggendo la chiesa. Tale legislazione ha a che fare con una gestione del potere buona e trasparente, con la responsabilità. La risposta della chiesa è stata quella di legiferare in un modo che assicuri che le nostre procedure siano buone, se non migliori, di quanto la legge dello Stato richieda. Tuttavia ora bisogna chiedersi fino a che punto la giurisdizione spirituale della chiesa sia stata minata. Sembra che la legge dello Stato indirizzi i cambiamenti in seno alla Chiesa. Dunque contesti differenti, ma questioni identiche».

Dalla Repubblica Ceca era presente al Sinodo la segretaria generale della Chiesa dei Fratelli cechi Regina Peskova che ha ricordato le comuni radici storiche e il tratto comune di essere chiesa di minoranza. Solidarietà e interesse per il lavoro delle nostre chiese è stato espresso, pur con accenti diversi, anche dal gruppo di olandesi in rappresentanza del Comitato Vallone, che storicamente risale al XVII secolo, all’epoca del Rimpatrio dei valdesi e della Chiesa protestante unita d’Olanda.
Il gruppo di ospiti più numeroso dall’estero è stato quello tedesco. Segno di un rapporto che con il passare degli anni e delle generazioni si rinnova e si approfondisce.Thomas Fuchs (Foto Riforma) Nel solco tradizionale, ovvero nel quadro dei rapporti che intercorrono tra le antiche colonie valdesi in Germania e il piccolo mondo valdese e metodista italiano, si è inquadrato il saluto di Jürgen Hansmann che ha ricordato i recenti lavori di ristrutturazione della Casa natale di Henry Arnaud a Schönenberg, dove è anche ubicato il Museo dei valdesi di Germania. Il pastore Thomas Fuchs ha portato i saluti del Freundeskreis (circolo degli amici della chiesa valdese) insieme al pastore Harald Kamp. L’assemblea sinodale ha ascoltato con interesse il saluto-intervento del moderatore della Chiesa evangelica della Westfalia Ulrich Möller, che ha svolto una critica nei confronti della società-mercato in cui i valori e le idealità della politica svaniscono. Tutto è ormai profitto. «Se la dignità dell’uomo è un obiettivo dello Stato, quest’ultimo non deve permettere che vi siano condizioni di vita disumane. Esso deve assicurare che tutto ciò non diventi una merce. Lo Stato deve delineare le linee entro le quali il mercato può servire meglio al benessere collettivo. Il mercato è altamente efficiente solo per un breve periodo ma non ha una coscienza sociale e non si cura delle generazioni a venire. La politica deve nuovamente riacquistare il primato dell’economia sui mercati, altrimenti il nostro mondo non può sopravvivere. Sulla via per il 75° anniversario delle "Tesi di Barmen", la Chiesa evangelica della Westfalia, unitamente agli altri partner europei, desidera riflettere teologicamente sull’impegno dello Stato e nel contesto della globalizzazione. Il nostro Sinodo del 2008 tratterà a lungo questo argomento.»

Corina Combet-Galland (Foto Riforma)Una decina gli ospiti dalla Svizzera. Da Susanna Hoegger-Passera del Waldenser Komitee in der deutschen Schweiz, al pastore Hans Rapp-Moser della Chiesa riformata del Cantone di Basilea, ad Andreas Hess dell’agenzia Heks-Eper a Gabriel Bader, presidente del Consiglio sinodale della Chiesa riformata evangelica del cantone di Neuchâtel. Infine la Francia. Il Sinodo ha ascoltato il messaggio di Claude Baty, presidente della Federazione protestante di Francia e del pastore Frank Adubra, presidente della Cevaa. La Chiesa riformata di Francia era rappresentata da Corina Combet-Galland. Della delegazione francese faceva parte anche Gisèle Tron, di origine valdese, che rappresenta un simpatico trait d’union tra le due chiese cugine.

Gli ospiti stranieri sono stati ricevuti dalla Tavola valdese, dalla Csd e dalle varie commissioni martedì sera del Sinodo per una cena fraterna. Un piccolo mondo, il nostro, circondato da un’incredibile rete di amicizie internazionali sorte, non di rado, secoli fa. E che si rinnova attraverso i contatti istituzionali e soprattutto personali. Un’amicizia globale che si è espressa in cinque lingue e che continua a crescere.

Tratto da Riforma del 14 settembre 2007

 
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