«6 Mentre Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso, 7 venne a lui una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d'olio profumato di gran valore e lo versò sul capo di lui che stava a tavola. 8 Veduto ciò, i discepoli si indignarono e dissero: "Perché questo spreco? 9 Quest'olio si sarebbe potuto vendere caro e dare il denaro ai poveri". 10 Ma Gesù se ne accorse e disse loro: "Perché date noia a questa donna? Ha fatto una buona azione verso di me. 11 Perché i poveri li avete sempre con voi, ma me non mi avete sempre. 12 Versando quest'olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13 In verità vi dico che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato questo vangelo, anche ciò che ella ha fatto sarà raccontato in memoria di lei"».
Riviviamo la settimana che va dalle Palme a Pasqua, conosciuta come settimana di passione, accompagnati da personaggi dell'Evangelo. Iniziamo con la donna che lo unge, Maria di Betania, una delle tante Marie, Mirjam, protagoniste nel Nuovo Testamento.
La sua storia si trova in mezzo agli eventi che portano alla crocifissione di Gesù di Nazaret: prima del nostro brano leggiamo della congiura dei religiosi contro Gesù e dopo, Matteo ci tramanda la decisione di Giuda di tradirlo. In mezzo all'ombra un evento di luce, un evento che va oltre la morte, ma anche oltre ciò che i discepoli riescono a capire.
"Spreco" è la reazione all'azione della donna. Certo, l'olio versato su Gesù ha un grande valore, un operaio preso a giornata avrebbe dovuto lavorare per mesi per poterselo permettere, e forse anche dopo mesi non l'avrebbe mai comprato, avrebbe dovuto spendere tutto per sfamare sé ed i suoi.
"Spreco" dicono i discepoli, Gesù invece reagisce in modo diverso: "Perché date noia a questa donna? Ha fatto una buona azione verso di me. Perché i poveri li avete sempre con voi, ma me non mi avete sempre. Versando quest'olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura."
Gesù non ha la mentalità del contabile, non l'ha mai avuta e vede che questa donna ne sa qualcosa. Potremmo quasi dire che questa donna è l'unica ad aver preso sul serio Gesù, che lei lo ha capito quando egli ha annunciato la sua morte. Per questo compra l'olio e fa con esso ciò che in genere si fa dopo la morte delle persone, la stessa cosa che le donne la mattina della Pasqua sarebbero andate a fare. E' chiaro che la sua azione non sia capita: sprecare olio destinato a imbalsamare un morto per una persona ancora in vita, è chiaro che viene ritenuta pazza.
"Spreco" è l'unica parola che viene in mente a chi sta attorno a Gesù. E in un certo senso hanno pure ragione. Perché l'azione della donna più di un'anticipazione di ciò che dopo la morte di Gesù non si può fare, questa sua azione è il segno che lei ha anche capito lo "spreco" divino, lo "spreco" di amore da parte di Dio in Gesù.
Un inno di Natale lo dice così: Dall'eterne sue dimore il Figliolo in terra scese; per lavar le nostre offese la sua vita in dono offrì. E il venerdì santo nelle nostre chiese si canterà: O immenso amore, grande, sconfinato, che ti sospinge ad una morte atroce! Io seguo il mondo, vivo nel peccato, Tu muori in croce.
E' l'amore sconfinato a provocare l'azione sconfinata della donna. Lei ha sperimentato l'amore e risponde a questo amore di cui sa benissimo di poter solo essere debitrice.
Penso che questo sia il messaggio del racconto di Maria: vedere di avere un Dio che si dona, si offre, che fa tutto il possibile e impossibile per noi umani, per entrare in una relazione con noi, e capire che siamo chiamate e chiamati ad essere come Mirjam di Betania, persone che rispondono all'amore. Per dirlo di nuovo con le parole di un inno: Io devo a Te la vita, e pace in Te infinita può l'alma mia goder. A Te con grato cuore mi dono, o mio Signore, per compier ogni tuo voler.
|