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IL VANGELO OGGI
 
Meditazioni sulla settimana santa: Giuda Iscariota
di Jens Hansen

Testo biblico: Matteo 27/3-4

«3 Allora Giuda, che l'aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì, e riportò i trenta sicli d'argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4 dicendo: "Ho peccato, consegnandovi sangue innocente". Ma essi dissero: "Che c'importa? Pensaci tu."»

Riviviamo la settimana che va dalle Palme a Pasqua, conosciuta come settimana di passione, accompagnati da personaggi dell'Evangelo. Come terza persona proponiamo Giuda Iscariota, così come si legge nell'Evangelo di Matteo.

Caravaggio, Cattura di CristoGiuda non è un personaggio amato, è visto come colui che per denaro è disposto a tradire il suo maestro. Il bacio di Giuda, nella storia, diventa un simbolo del tradimento fra amici. Giuda, il traditore.
Ma è veramente un personaggio così negativo? Me lo sono sempre chiesto e ho letto tanto su di lui, trovando anche dei libri che lo descrivono invece come primo martire del cristianesimo.
Mi ricordo che la prima volta che ho iniziato di cambiare idea su Giuda era quando sono andato per vedere il musical “Jesus Christ Superstar” di Tim Rice (testo) e Andrew Lloyd Webber (musica). Giuda canta il brano iniziale. E' pieno di speranze, si aspetta tutto da Gesù, Gesù sarebbe colui che avrebbe cambiato tutto. Con intensità canta del suo amore, di come adora Gesù, ed è Giuda nel suo canto iniziale a mettere in guardia il suo maestro della megalomania di alcuni suoi discepoli. Giuda esprime la sua paura che le troppe aspettative potrebbero compromettere tutto. Alla fine, nel musical, sembra che egli tradisca Gesù per proteggerlo.

Questo musical mi ha reso più umano Giuda. Non lo possiamo stigmatizzare come colui che per denaro tradisce il suo miglior amico. Il musical lo vede come uno che cerca disperatamente delle vie d'uscita.
Chi è questo Giuda Iscariota? Dovremmo iniziare dal soprannome Iscariota per capirlo meglio. Sembra che sia la trascrizione in aramaico della parola sicario. Egli sarebbe quindi uno zelota, un terrorista, uno che non aspetta altro che liberare la sua terra dall'occupazione romana che da troppo tempo opprime il suo popolo. Giuda è pieno di speranze e Gesù sembra colui che potrebbe finalmente dare il via per iniziare la battaglia. Il suo bacio doveva proprio provocare Gesù a far scattare la guerra partigiana contro i romani. Il fatto che subito dopo il suo bacio qualcuno dei discepoli tiri fuori la spada, ne è un segno ed è anche un segno che Gesù attorno a se avrà avuto altri zeloti.

Gesù provoca delle speranze in Giuda, speranze di liberazione e di una vita in un paese libero. Giuda pensa che Gesù sia colui che deve scatenare la guerra contro i romani. Alla fine, dopo il suo bacio non affatto pensato come tradimento, comincia a capire che non è così e forse nasce in lui la convinzione di aver sbagliato.
Forse avrà capito a posteriori i sermoni di Gesù e il suo no alla via del potere, alla via della violenza. Forse – sempre a posteriori - ha intravisto in Gesù colui che non rinuncia mai all'amore, colui che si fida della forza creatrice e costruttiva dell'amore di Dio che si oppone dal basso contro le forze distruttive scatenate dagli umani.

Giuda non ce la fa più, riconosce il suo errore ma non sa reagire. Il mondo gli crolla addosso ed egli decide di suicidarsi.
Per me Giuda vuole sempre provocare la domanda: che chiesa hai in mente? Come vivi la tua fede? Stai dalla parte del potere, dei potenti, vuoi imporre la tua fede ad altri, cerchi la via della violenza? La sfida è proprio qui, riconoscere l'errore di Giuda e fare di tutto per non ripeterlo.

 
   
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