Chiesa evangelica valdese - home page
sinodo where to find us otto per mille
Invia questa pagina Invia questa pagina
Stampa questa paginaStampa questa pagina
IL VANGELO OGGI
 
Meditazioni sulla settimana santa: Pietro
di Jens Hansen

Testo biblico: Giovanni 18/15-18; 25-27; 21/15-17

«15 Intanto Simon Pietro e un altro discepolo seguivano Gesù; e quel discepolo era noto al sommo sacerdote, ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; 16 Pietro invece stava fuori, alla porta. Allora quell'altro discepolo che era noto al sommo sacerdote, uscì, parlò con la portinaia e fece entrare Pietro. 17 La serva portinaia dunque disse a Pietro: "Non sei anche tu dei discepoli di quest'uomo?" Egli rispose: "Non lo sono". 18 Ora i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e stavano là a scaldarsi; anche Pietro stava con loro e si scaldava. [...] 25 Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi, e gli dissero: "Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?" Egli lo negò e disse: "Non lo sono". 26 Uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto nel giardino con lui?" 27 E Pietro da capo lo negò, e subito il gallo cantò. [...]
15
Quand'ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi ami più di questi?" Egli rispose: "Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene". Gesù gli disse: "Pasci i miei agnelli". 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: "Simone di Giovanni, mi ami?" Egli rispose: "Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene". Gesù gli disse: "Pastura le mie pecore". 17 Gli disse la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?" Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: "Mi vuoi bene?" E gli rispose: "Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene". Gesù gli disse: "Pasci le mie pecore."»

Riviviamo la settimana che va dalle Palme a Pasqua, conosciuta come settimana di passione, accompagnati da personaggi dell'Evangelo. Oggi proponiamo la figura di Pietro, come narrato nell'Evangelo di Giovanni.

Rembrandt, Pietro rinnega CristoIl Nuovo Testamento racconta tanto di lui: la sua vocazione, la sua confessione di fede, il suo stato di discepolo speciale, delle guarigioni e dei miracoli operati da lui. Leggiamo anche che egli ha rinnegato il Signore la mattina dopo la cattura di Gesù.
Propongo 2 piccoli brani biblici per riflettere su Pietro: uno racconta una vicenda poco prima della morte di Gesù e l'altro si svolge dopo la sua risurrezione.
E' ovvio, i due racconti sono collegati: Pietro rinnega Gesù ben tre volte e Gesù dopo la sua risurrezione chiede tre volte a Pietro se egli lo ama. E' come se Gesù volesse far capire a Pietro che ora sta per perdonare il suo comportamento, il suo fallimento per dargli nuova forza e per rimettere in piedi colui che ha pianto tanto per il suo fallimento. Ricordiamoci quanto Pietro è stato zelante nel promettere di volere pure morire per il Signore, e poi quanto vergognosamente fallisce.

Come mai questo cambiamento? Come mai gli mancano le parole forti che siamo abituati sentire dalla sua bocca?
Forse perché anche lui ha delle idee diverse sul futuro di Gesù, non è preparato all'arresto del suo maestro. Forse anche Pietro vorrebbe andare in guerra per e con Gesù. Probabilmente è lui a tirare fuori la spada nel momento dell'arresto di Gesù, almeno per Giovanni lo è. Non lo sappiamo.
In fondo vediamo in Pietro la figura del fedele amico. Non è l'uomo della prima fila, l'uomo delle idee, ma è colui che riesce a realizzare le idee altrui. E chi si trova in prima fila ha bisogno di un uomo o una donna fedele in seconda fila, capaci di vedere sempre il tutto, di organizzare, di garantire che le cose funzionano.

Pietro vuole essere l'amico fedele di Gesù, cerca una relazione speciale con il suo maestro e perciò cerca anche dei riconoscimenti. Quando però le cose stanno male, l'uomo della seconda fila si defila, ha paura, immagina che la fine di Gesù sarebbe brutta e perciò anche lui, da simpatizzante rischia tanto. Ora avrebbe la grande chance di una testimonianza, ma non è il tipo: «Uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto nel giardino con lui?" E Pietro da capo lo negò, e subito il gallo cantò».
Pietro fallisce. Colui che ha sempre avuto delle parole forti, ora crolla. Sì, noi umani crolliamo ben presto quando la paura prende il sopravvento. Basta pensare a noi, ai nostri compromessi che facciamo sognando un mondo migliore, e alla fine accontentandoci che il nostro stipendio o la nostra pensione arrivi in tempo sul nostro conto corrente.

Sì, Pietro ci è vicino, non è perfetto, è uno come noi. Pietro ha paura di fallire, riesce a piangere, e questo lo rende umano. Poi Dio gli dona la forza di continuare. Non facciamo di Pietro il superuomo su cui costruire la chiesa, egli è un fratello di chiesa, l'uomo in seconda fila come tutti e tutte noi, in seconda fila per dare concretezza al maestro che come Risorto si trova in prima fila.

 
   
© 2009 Chiesa Evangelica Valdese