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IL VANGELO OGGI
 
Meditazioni sulla settimana santa: Maria Maddalena
di Jens Hansen

Testo biblico: Matteo 27/55-56

Riviviamo la settimana che va dalle Palme a Pasqua, conosciuta come settimana di passione, accompagnati da personaggi dell'Evangelo. Continuiamo con Maria Maddalena secondo la narrazione dell'evangelista Matteo.

alexander IvanovOggi è il sabato dopo il venerdì santo. La Bibbia non racconta niente di questo giorno. E' semplicemente il sabato dopo, un giorno di silenzio, un giorno in cui tutto è fermo. Chi è testimone di una sciagura o chi si deve congedare da una persona amata, conosce questo giorno dopo, si trova nello stato di choc che cerca il silenzio anziché le consolazioni a buon prezzo tipo: "dai, la vita va avanti" o "il tempo guarirà le tue ferite". No, il giorno dopo non è il giorno delle consolazioni, non c'è speranza, non ci sembra nessuna via d'uscita, non ci sono delle risposte facili.
Sarà stata sotto choc anche Maria Maddalena insieme a tutte e tutti gli altri che hanno scelto di seguire Gesù. Maria ha perso l'uomo che amava, l'uomo che ha cambiato la sua vita. Se c'era un vero rapporto d'amore fra di loro – c'è chi scrive romanzi a proposito - non è importante. Per lei e per gli altri il sabato dopo è giorno della disperazione, della disillusione, la fine della felicità e di un futuro sereno con il maestro. E' accaduto il contrario di tutte le speranze, la fine, la tortura, la morte di Gesù.

Maria è stata coraggiosa, è presente fino alla fine, ha visto morire il suo maestro, l'uomo che ha cambiato la sua vita. Matteo ci tramanda: «C'erano là molte donne che guardavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; tra di loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo».“
Sì, lei è stata presente, ha visto tutto. Come digerire queste scene? E' brutto vedere morire la persona amata e ammirata, è difficile vivere forti momenti di impotenza. Colui che per Maria è il Messia, il Salvatore, muore. E' questa la realtà con cui la nostra fede si deve confrontare: Dio soffre, Dio muore. Alla fine c'è solo il silenzio, il grande vuoto del sabato dopo.

Gesù è morto e Maria Maddalena è impotente, deve aspettare prima di poter fare l'ultimo servizio al suo maestro, ungerlo, fare si che egli possa riposare degnamente in pace, lei è costretta al silenzio, a dover aspettare, a dover piangere chiusa nella sua casa.
Gesù è morto. Ma Dio, perché lo ha permesso? Perché? Questo grido di Gesù sulla croce da allora gira e rigira il mondo, è l'eco del sabato dopo, ma il mondo non la vuole sentire questa domanda, non sopporta il silenzio del dopo.
Domani, sì, domani Maria andrà alla tomba con altre donne, si alzerà come si alzano molte donne dopo lo choc di una guerra, dopo essere state violentate, abusate. Maria si incamminerà verso il cimitero per ungere il morto e troverà... una tomba vuota, e l'angelo dirà: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. E andate presto a dire ai suoi discepoli: "Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, ve l'ho detto».
Ma tutto ciò non accade oggi, oggi è il giorno del silenzio, delle domande, del pianto e dell'impotenza.

 
   
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