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SINODO 2000

Un ulteriore passo ecumenico nel campo dei matrimoni interconfessionali

APPROVATO IL «TESTO APPLICATIVO»

Si dispone ora di norme di applicazione chiare e ufficiali, redatte in una prospettiva rispettosamente ecumenica, che dovrebbero evitare molte ansie, sofferenze e conflitti

di Fulvio Ferrario

un momento dei lavori sinodaliVenerdì 30 agosto, ore 11 circa, nella "sala rossa" della Tavola alla Casa valdese di Torre Pellice, Maria Sbaffi Girardet, a nome del Sinodo, e monsignor Alberto Ablondi, a nome della Conferenza episcopale italiana (CEI), firmano il "Testo applicativo" del documento di indirizzo pastorale dei matrimoni interconfessionali tra valdesi, metodisti e cattolici romani. Si tratta della conclusione di un lavoro durato dodici anni, che ha saputo affrontare e superare difficoltà a volte notevoli e che renderà alle coppie e alle chiese un servizio enorme. Sinodo e Conferenza episcopale italiana avevano approvato il documento di indirizzo pastorale, il "Testo comune", tra il 1995 e il 1997: il documento appena sottoscritto affronta le questioni applicative, spesso assai delicate, permettendo così all’accordo di mostrare nella pratica la propria fecondità.

L’esperienza del passato è fin troppo nota: ogni celebrazione di matrimonio interconfessionale rappresentava un’incognita: Spesso si trattava di belle esperienze di comunione ecclesiale, altrettanto spesso si aveva a che fare con resistenze dovute soprattutto a incertezze e disinformazione, sia sul piano teologico sia su quello giuridico: bisogna tener conto in tale contesto del fatto che, mentre per gli evangelici italiani il confronto con il cattolicesimo è normale, anche e proprio nelle questioni quotidiane, tale situazione non è reciproca. Ora il singolo parroco può disporre di un documento ufficiale del proprio episcopato e di norme di applicazione redatti in prospettiva ecumenica, i quali dovrebbero evitare molte ansie e sofferenze che hanno afflitto fino a ieri coppie e chiese. Naturalmente bisogna aggiungere, per banale che possa sembrare, che nessun testo ha poteri miracolosi e che la buona volontà resta necessaria: ma da oggi il lavoro in questo campo sarà meno difficile. Il documento ( che sarà pubblicato in un apposito libretto in coedizione Claudiana-LDC) è accompagnato da una lettera alle coppie interconfessionali, nella quale si riassume la storia del dialogo e si esprime "il rammarico e l’umiliazione per le sofferenze, ansie, le scelte obbligate che le chiese vi hanno imposto nel passato": la lettera, però è firmata solo da Maria Sbaffi, non dal rappresentante della CEI.

Intervenendo in Sinodo, mons. Ablondi ha paragonato il cammino ecumenico all’esperienza di Elia nel deserto: la stanchezza e lo scoraggiamento possono essere superati solo nell’ascolto della parola di Dio: "Ancora lungo è il cammino". Momenti come la firma del testo sui matrimoni sono come soste ristoratrici. Il presidente del Sinodo, past. Claudio Pasquet, nel suo indirizzo di saluto al vescovo Ablondi, ha sottolineato come questo momento lieto e promettente cada in un anno difficile per l’ecumenismo; esiste anche il rischio che "certo giornalismo, spesso servile, possa porre questa firma sotto la luce di un giubileo che non vogliamo e non apprezziamo". Ciò tuttavia non deve costituire una remora, perché "i frutti dello Spirito possono nascere anche nei territori spinosi".

(Tratto da Riforma dell'8 settembre 2000)

 
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