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SINODO 2000

corteo sinodaleSi e' svolta dal 20 al 26 agosto 2000 a Torre Pellice (Torino), capoluogo storico delle "Valli valdesi", la sessione congiunta del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste e dell'Assemblea generale dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI). E' la terza volta dal 1990 che le massime assemblee deliberative delle chiese battiste, metodiste e valdesi si riuniscono in sessione congiunta per discutere problemi e prospettive comuni della testimonianza evangelica nel Paese.
Dato il numero particolarmente elevato dei partecipanti per l’occasione straordinaria, - erano oltre 2000 persone - quest’anno il culto inaugurale non si è tenuto, come al solito, nel tempio centrale di Torre Pellice, ma nel Palazzetto del ghiaccio della stessa località, nel pomeriggio di domenica 20 agosto. E' stato presieduto dalla pastora battista Lidia Giorgi, mentre il pastore valdese Franco Giampiccoli ha curato la predicazione sul testo biblico della chiamata del profeta Geremia (cap. 1): un testo in cui si possono rintracciare "gli elementi essenziali e permanenti della vocazione - ha affermato Giampiccoli -: il quando, il come, il che cosa della vocazione".

Durante il culto sono stati consacrati due nuovi pastori: Maurizio Abbà e Stefano Mercurio; è stata ricevuta una nuova diacona, Paola Reggiani, e sono stati presentati tre pastori provenienti dall’estero che svolgeranno il loro ministero in Italia: Michel Lobo, Ulrich Eckert e Harold Smith.
All’apertura di questa terza sessione congiunta del Sinodo valdese e metodista e dell’Assemblea battista e durante alcuni momenti dei loro lavori sono stati presenti numerosi ospiti, rappresentanti di tante Chiese sorelle, come i delegati di varie Chiese evangeliche italiane, europee, americane e di altre parti del mondo, nonché tre vescovi cattolici: mons. Alberto Ablondi, presidente della Commissione Episcopale della CEI per i matrimoni misti interconfessionali, l’arcivescovo Chiaretti, presidente della Commissione Episcopale della CEI per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, mons. Piergiorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo; il rev.mo Jossif Restagno ha rappresentato la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia.

Il Sinodo valdese e metodista ha tenuto le sue sedute, come di consueto, nella sala sinodale della Casa Valdese a Torre Pellice, mentre l’Assemblea battista ha tenuto le sue in una nuova sala a Villar Pellice, a pochi chilometri da Torre Pellice. Per tutto il pomeriggio del 23 e per tutta la giornata e la serata del 24 agosto il Sinodo valdese e metodista e l’Assemblea battista si sono riuniti in sessione congiunta nel tempio di Torre Pellice.
Sia il Sinodo che l’Assemblea battista separatamente e poi entrambi insieme hanno svolto parte dei loro lavori per gruppi, aventi ciascuno un particolare argomento da esaminare e su cui presentare poi le proprie conclusioni in assemblea plenaria.

Gli argomenti affrontati da questa terza sessione congiunta del Sinodo valdese e metodista e dell’Assemblea battista sono stati: il tema fondamentale comune dell’evangelizzazione, presentato in un documento intitolato: "Dire la salvezza alle donne e agli uomini del nostro tempo"; la collaborazione tra le strutture territoriali intermedie (distretti e circuiti valdesi e metodisti, e associazioni regionali o di zona battiste) e collaborazione territoriale; collaborazione nel campo della stampa, dell’informazione e della cultura protestante (Editrice Claudiana, SEP e SPAV); commissioni miste per culto, liturgia e relazioni ecumeniche.
Sul primo argomento, questa sessione congiunta dell’Assemblea battista e del Sinodo valdese e metodista, avendo discusso il documento "Dire la salvezza alle donne e agli uomini del nostro tempo" , ne ha rilevato la validità come strumento di stimolo alla riflessione delle singole chiese locali; ha ricordato che "l’evangelizzazione è la prospettiva di apertura verso la società, non per presentare noi stessi, ma la persona di Cristo, non per diffondere un’ideologia religiosa, ma per coinvolgere altre persone nell’avventura della fede cristiana nel concreto della situazione storica attraverso uno stile comunitario, aperto al dialogo, all’accoglienza e alla condivisione". Si è avvertita "l’urgenza di guardare con occhi spalancati e cuore aperto la realtà del mondo che cambia rapidamente e sapere anche qui cogliere il nuovo di Dio". E si è ricordato che "l’opzione per le persone povere e minime della società è centrale e prioritaria nella predicazione di Gesù, e si innesta sulla predicazione profetica tesa a una giustizia partecipata ed effettiva".

Sulla collaborazione fra le strutture intermedie, Assemblea battista e Sinodo valdese e metodista, mentre hanno "ringraziato il Signore per le iniziative di collaborazione già avviate sia a livello locale sia regionale", hanno affermato "che, pur nelle diversità ecclesiologiche, circuiti e associazioni regionali o di zona, possono trovare alcuni momenti di concertazione: dalla reciproca informazione, al coordinamento delle attività, fino alla progettazione di iniziative comuni: come preparazione di monitori, formazione di predicatori locali, colloqui pastorali, manifestazioni comuni, sostegno alle attività di accoglienza, predicazione, evangelizzazione, ricerca teologica comune, ecc.".
In quanto alla collaborazione territoriale, Assemblea battista e Sinodo valdese e metodista vi hanno riconosciuto "una valida occasione di testimonianza comune e di razionale distribuzione delle forze pastorali" delle rispettive chiese e hanno invitato le stesse "chiese a progettare il più possibile attività comuni che non siano solamente legate a eventi eccezionali".

Sul settimanale comune battista, metodista e valdese, "Riforma", le due assise hanno espresso apprezzamento per l’opera che esso compie per l’informazione e la formazione dei suoi lettori, e hanno invitato le chiese a sostenere con energia la campagna di abbonamenti ad esso.
Sulle commissioni miste, l’Assemblea battista e il Sinodo valdese e metodista, nella consapevolezza che le chiese si dotino di strumenti comuni per sviluppare maggiormente la loro collaborazione anche nel campo del culto e della liturgia e in quello delle relazioni ecumeniche, hanno invitato i rispettivi esecutivi a nominare delle apposite commissioni miste di carattere consultivo e referente.

Infine nella serata del giovedì 24 agosto, si è tenuta una tavola rotonda sul tema della memoria e della riconciliazione, a cui hanno partecipato come relatori: Amos Luzzatto, presidente delle comunità ebraiche in Italia, Paolo Naso, direttore della rubrica televisiva Protestantesimo, e Paolo Ricca, professore di storia alla Facoltà valdese di teologia. Di fronte ad un numeroso ed attento pubblico, i tre relatori e il pastore battista Massimo Aprile, che ha fatto da moderatore, hanno cercato di sottolineare la necessità di leggere il passato in maniera corretta, vagliando la memoria senza assumerla così come ci viene fornita, perché può essere faziosa e partigiana. "C’è una diffusa indifferenza verso le ferite del passato - ha detto Amos Luzzatto - che oggi vengono trattate come se fossero piccole cose; il dialogo andrebbe piuttosto improntato alla sincerità totale e non al metterci una pietra sopra". Paolo Ricca ha affermato che occorre un atto comune di sincera umiliazione davanti a Dio per procedere insieme alla costruzione di una nuova storia, diversa da quella che ci sta alle spalle e che in questo senso il perdono è possibile solo in questa vita, vale a dire finché sono presenti i protagonisti degli eventi dolorosi, perché non esiste perdono per procura.

I temi affrontati nella discussione sinodale sono stati numerosi. Fra questi un argomento centrale su cui il Sinodo si è espresso anche quest’anno, indipendentemente dal pronunciamento comune con l’Assemblea battista sullo stesso soggetto, è stato quello sull’evangelizzazione. Il Sinodo ha ribadito che l’evangelizzazione è parte costitutiva e fondante di tutte le attività interne ed esterne delle chiese; quindi le ha invitate ad individuare i settori nei quali assicurare una più intensa testimonianza, a curare in particolare la catechesi, ad accogliere i fratelli e le sorelle che vengono da chiese evangeliche di altri paesi, perché possano essere condivise espressioni diverse della fede comune.
Per quello che riguarda l’ecumenismo, il Sinodo ha ricevuto il parere della sua Commissione consultiva per le relazioni ecumeniche sul documento comune della Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) chiamato "Charta Œcumenica"; ha preso atto delle proposte di alcune modifiche emerse dal dibattito sinodale stesso e ha dato mandato alla Tavola Valdese di segnalare alla KEK tali proposte, riservandosi di approvarlo nella sua prossima sessione del 2001.

Un momento molto importante per i rapporti con la Chiesa cattolica è stato quello dell’approvazione definitiva e della firma del "Testo applicativo" del precedente "Testo comune (tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste in Italia) per un indirizzo pastorale dei matrimoni misti o interconfessionali tra cattolici e valdesi o metodisti"
Questi documenti sono il risultato di un lavoro durato 12 anni, lavoro di una commissione mista cattolica e valdo-metodista, che ha saputo affrontare e superare difficoltà a volte notevoli, un lavoro che renderà alle coppie interconfessionali e alle chiese un grande servizio. Sinodo e Conferenza Episcopale Italiana avevano approvato nel 1997 il precedente documento di indirizzo pastorale preparato dalla suddetta commissione mista, il "Testo comune". Il documento ora approvato e sottoscritto affronta le questioni applicative, spesso assai delicate, permettendo così all’accordo di mostrare nella pratica la propria fecondità. Nel passato le celebrazioni di matrimoni interconfessionali presentavano spesso delle serie difficoltà, sopratutto per le condizioni chieste dalla Chiesa cattolica, che poneva a quei coniugi l’obbligo di battezzare ed educare i loro figli cattolicamente, per la concessione della dispensa e il riconoscimento della validità del loro matrimonio. Ora invece, sulla base di questo testo interconfessionale, i nubendi sono lasciati liberi di scegliere di comune accordo il rito e il luogo in cui celebrare il loro matrimonio e la Chiesa in cui battezzare i figli, raccomandando però a ciascuno la fedeltà alla propria Chiesa e la libertà di testimoniare al coniuge e ai figli la propria fede, da nutrire e curare insieme con la lettura e la meditazione della Parola di Dio e la preghiera.
Tutto il documento - Testo comune e Testo applicativo - sarà pubblicato in un apposito libretto in coedizione Claudiana-LDC e sarà disponibile prossimamente.
Il 30 agosto il testo conclusivo di tutto questo lavoro - detto "Testo applicativo" - dopo aver ricevuto l’approvazione della Conferenza Episcopale Italiana e del Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste, è stato firmato dai rappresentanti delegati delle due confessioni: mons. Alberto Ablondi per la parte cattolica, e Maria Sbaffi Girardet per la parte evangelica.

Un tema di particolare attualità è stato quello dei problemi etici posti dalla scienza. Nel documento approvato dal Sinodo è detto che "le chiese non pretendono di imporre una propria visione scientifica" e tuttavia "rivendicano la possibilità di intervenire nella discussione pubblica dei problemi a partire dagli interessi e dai bisogni delle persone coinvolte".
Il documento evidenzia "il concetto di autonomia della scienza": "non esiste la possibilità di definire un limite assoluto della scienza, un ambito che le possa essere sottratto" aprioristicamente; ma anche "il concetto di limite" dev’essere tenuto presente, "in particolare là dove è in gioco l’alterazione del patrimonio genetico". Ancora si evidenzia la questione centrale del rispetto di ogni forma di vita, che "si applica in modo particolare all’embrione umano, che non deve diventare oggetto di impiego per nessuna ragione".
Circa i mali che affliggono l’umanità, "è respinta l’idea del valore intrinseco della sofferenza fisica". Perciò è detto che "l’essere umano ha diritto ad un accompagnamento alla morte, nonché ad una morte dignitosa. Su queste basi, l’eventualità di una fase terminale della malattia in cui la terapia non sia più in grado di alleviare le sofferenze, richiede una riflessione alla luce del principio della libertà di scelta del malato stesso".
"La solidarietà con le persone sofferenti implica che l’atteggiamento verso fenomeni sociali problematici (per esempio l’interruzione volontaria della gravidanza) non si trasformi mai in giudizio verso le persone coinvolte, ma sia piuttosto affiancato dalla immedesimazione nella parte più sofferente". "Circa la procreazione medicalmente assistita, il rispetto delle scelte individuali, in particolare della donna, dovranno essere affiancate da una adeguata informazione su tutti gli aspetti del problema".

Il Sinodo ha affrontato tanti altri argomenti. Ha valutato positivamente il lavoro della Facoltà di teologia di Roma, del Centro culturale valdese di Torre Pellice e di vari altri centri culturali, della nostra casa editrice Claudiana e del Centro per la Formazione diaconale di Firenze. Ha riaffermato che "la diaconia rappresenta una forte scommessa di testimonianza nell’annuncio dell’Evangelo e nella lotta contro l’ingiustizia", "nel contesto socio-culturale odierno", in cui ci sono problemi di "immigrazione, disoccupazione, criminalità, disagi vari per solitudini, difficoltà di fornire punti di riferimento validi alle nuove generazioni" e gli altri problemi che tutti conosciamo. Per quello che riguarda i rifugiati e i migranti, il Sinodo ha raccomandato alla Commissione sinodale per la diaconia di adoperarsi ad una maggiore e più fattiva collaborazione con l’apposito servizio svolto dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia per trovare le risposte più adeguate ai bisogni degli immigrati.

 

 
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