APPROVATO IL DOCUMENTO SU «I PROBLEMI ETICI POSTI DALLA SCIENZA»
Il Sinodo valdese e metodista ha approvato un documento sul tema "I
problemi etici posti dalla scienza": si tratta di un importante
testo di riflessione (redatto dal Gruppo di lavoro sui problemi etici
posti dalla scienza nominato dalla Tavola valdese), gia' presentato al
Sinodo dello scorso anno e rimandato alle chiese per una ulteriore riflessione.
Dopo ampio dibattito il Sinodo e' giunto all'approvazione del testo.
"Le chiese - spiega il documento nella prima parte - non pretendono
di imporre una propria visione scientifica, e tuttavia rivendicano la
possibilita' di intervenire nella discussione pubblica dei problemi a
partire dagli interessi e dai bisogni delle persone coinvolte". Nelle
loro scelte etiche le chiese muovono dall'Evangelo di Gesu' Cristo, si
afferma: cio' "apre a diverse dimensioni e punti di riferimento variamente
collegati fra loro": fra queste viene menzionata una "fiducia
profonda non riposta astrattamente nell'umanita' o nelle cose, ma rispondente
piuttosto al patto tra Dio e la realta' umana"; si evidenzia inoltre
la necessita' di un "momento critico", che ponga interrogativi
"senza reverenze per nessuno" e che sappia dunque anche essere
sempre "fondamentalmente autocritico".
Affermazione centrale del documento approvato dal Sinodo, il rifiuto di
una idea del valore della sofferenza in quanto tale: "La concezione
etica qui adottata - si spiega - implica la lotta contro ogni male che
affligge l'umanita'. Va respinta percio' l'idea di un valore intrinseco
della sofferenza. L'essere umano ha diritto ad un accompagnamento alla
morte, nonche' a una morte dignitosa: su queste basi, l'eventualita' di
una fase terminale della malattia, in cui la terapia non sia piu' in grado
di alleviare le sofferenze, richiede una riflessione alla luce del principio
della liberta' di scelta del malato stesso". Ancora, si evidenziano
i concetti di "autonomia della scienza" ("Non esiste la
possibilita' di definire un limite assoluto della scienza o un ambito
che le possa essere sottratto"), ma anche di "limite",
che "dev'essere tenuto presente in particolare la' dove e' in gioco
l'alterazione del patrimonio genetico".
Ancora, si evidenzia la questione centrale del rispetto di ogni forma
di vita, che "si applica in modo particolare all'embrione umano,
che non deve diventare oggetto di impiego per nessuna ragione e puo' al
massimo essere studiato in connessione con una stretta regolamentazione
scientifica tendente a promuovere conoscenze essenziali ed universali".
(Tratto da NEV n. 33-34-35/2000) |