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SINODO 2000

APPROVATO IL DOCUMENTO SU «I PROBLEMI ETICI POSTI DALLA SCIENZA»

l'assemblea sinodale (foto Riforma)Il Sinodo valdese e metodista ha approvato un documento sul tema "I problemi etici posti dalla scienza": si tratta di un importante testo di riflessione (redatto dal Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza nominato dalla Tavola valdese), gia' presentato al Sinodo dello scorso anno e rimandato alle chiese per una ulteriore riflessione. Dopo ampio dibattito il Sinodo e' giunto all'approvazione del testo.
"Le chiese - spiega il documento nella prima parte - non pretendono di imporre una propria visione scientifica, e tuttavia rivendicano la possibilita' di intervenire nella discussione pubblica dei problemi a partire dagli interessi e dai bisogni delle persone coinvolte". Nelle loro scelte etiche le chiese muovono dall'Evangelo di Gesu' Cristo, si afferma: cio' "apre a diverse dimensioni e punti di riferimento variamente collegati fra loro": fra queste viene menzionata una "fiducia profonda non riposta astrattamente nell'umanita' o nelle cose, ma rispondente piuttosto al patto tra Dio e la realta' umana"; si evidenzia inoltre la necessita' di un "momento critico", che ponga interrogativi "senza reverenze per nessuno" e che sappia dunque anche essere sempre "fondamentalmente autocritico".

Affermazione centrale del documento approvato dal Sinodo, il rifiuto di una idea del valore della sofferenza in quanto tale: "La concezione etica qui adottata - si spiega - implica la lotta contro ogni male che affligge l'umanita'. Va respinta percio' l'idea di un valore intrinseco della sofferenza. L'essere umano ha diritto ad un accompagnamento alla morte, nonche' a una morte dignitosa: su queste basi, l'eventualita' di una fase terminale della malattia, in cui la terapia non sia piu' in grado di alleviare le sofferenze, richiede una riflessione alla luce del principio della liberta' di scelta del malato stesso". Ancora, si evidenziano i concetti di "autonomia della scienza" ("Non esiste la possibilita' di definire un limite assoluto della scienza o un ambito che le possa essere sottratto"), ma anche di "limite", che "dev'essere tenuto presente in particolare la' dove e' in gioco l'alterazione del patrimonio genetico".
Ancora, si evidenzia la questione centrale del rispetto di ogni forma di vita, che "si applica in modo particolare all'embrione umano, che non deve diventare oggetto di impiego per nessuna ragione e puo' al massimo essere studiato in connessione con una stretta regolamentazione scientifica tendente a promuovere conoscenze essenziali ed universali".

(Tratto da NEV n. 33-34-35/2000)

 
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