La discussione sull'ecumenismo
L'ANNO DELLA «CHARTA ŒCUMENICA»
di Fulvio Ferrario
Il Sinodo 2001 non ha dedicato un dibattito vero e proprio allecumenismo,
in compenso ha accolto la "Charta
cumenica" europea, alla quale è stata dedicata una
conferenza stampa, condotta da Luisa Nitti dellagenzia
di stampa NEV della Federazione
delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), alla quale hanno partecipato
il pastore battista Keith Clements, segretario della KEK (Conferenza
delle chiese europee), mons. Debernardi, vescovo di Pinerolo, Maria
Sbaffi Girardet, coordinatrice della Commissione relazioni ecumeniche
nominata da Tavola e UCEBI, e Gianni Long, presidente della FCEI.
Clements ha ricordato litinerario che ha condotto alla Charta,
nonché il significato ecumenico e civile di un documento che, entro
limiti chiari ma anche in una prospettiva audace, impegna le chiese a
una testimonianza comune in Europa. Mons. Debernardi, rispondendo al quesito
di un giornalista, ha sottolineato la necessità che la Charta non
resti nel limbo delle conversazioni specialistiche, ma sia letta e valorizzata
dalle comunità locali. Non si tratta di un testo conchiuso, precisa
Maria Sbaffi, ma di una tappa di un processo. È un documento aperto
a ulteriori sviluppi e fa piacere notare che molti suggerimenti proposti
dal Sinodo dello scorso anni siano stati accolti. LEuropa odierna,
ha proseguito Gianni Long, è una realtà politicamente, etnicamente
e religiosamente sfaccettata, che vede lintreccio di culture e fedi,
fenomeni migratori, minoranze e anche conflitti: la Charta prende sul
serio tale complessità, cerca di elaborarla in prospettiva teologica
ed ecclesiale, in vista di una testimonianza comune. Per molti aspetti
si tratta di un evento originale, carico di promesse che ora tocca alle
chiese non vanificare.
(tratto da Riforma, del 14 settembre 2001) |