Il dibattito sulle questioni ecumeniche
LA COLLABORAZIONE NELLA DIACONIA
di Pawel Gajewski
Il termine "ecumenismo" unisce in sé diversi aspetti, sotto i quali si può analizzare il dibattito sinodale: teologico, pastorale, politico, emotivo. Tutte queste dimensioni dell'Assemblea sinodale sono emerse molto chiaramente durante la sessione pomeridiana del 28 agosto. Lo stimolo alla discussione è stato un copioso "pacchetto" di ordini del giorno preparato dalla Commissione d'esame. Ben presto tali proposte, anche se ben articolate, si sono rivelate insufficienti per esprimere il dibattito nell'aula sinodale. L'argomento più discusso: i rapporti con cattolicesimo. Il Sinodo ha preso molto nettamente una posizione critica nei confronti dei recenti pronunciamenti del magistero cattolico, soprattutto in materia della cena del Signore, ritenendoli gravi ostacoli per il cammino ecumenico. Si è ripetuto intanto più volte che il dialogo deve continuare. Una svolta tangibile sembra però profilarsi nel metodo: dialogare per rilevare e affrontare seriamente le differenze, senza limitarsi piuttosto passivamente a "ciò che unisce". In ogni caso un ampio spazio per una collaborazione ecumenica si apre nell'ambito della diaconia, come ha confermato il recente convegno (maggio 2003) dedicato ai problemi delle persone anziane e organizzato insieme da due enti ecclesiastici: la diocesi di Pinerolo e la Commissione esecutiva del I distretto valdese.
Ha coinvolto molto profondamente l'Assemblea sinodale anche la discussione sui rapporti con tutte le altre chiese cristiane. Fino a poco tempo fa, quel tipo di rapporti ecumenici si limitava all'ambito della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Da qualche anno, però, i rapporti ufficiali con l'Unione delle chiese avventiste del settimo giorno e con la Federazione delle chiese pentecostali si fanno sempre più costanti; inoltre già da anni partecipano al Sinodo, come osservatori, alcuni rappresentanti delle chiese ortodosse operanti sul territorio italiano. Quest'anno ha preso parte ai lavori sinodali anche un rappresentante della Comunione anglicana. Il Sinodo ha individuato in questi contatti un segnale molto incoraggiante, invitando tutte le chiese valdesi e metodiste a cercare occasioni di dialogo con le chiese cristiane non appartenenti alla FCEI. Alcuni temi "caldi", come l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche oppure la laicità dello stato in generale, potrebbero diventare occasioni di collaborazione e confronto tra tutte le chiese cristiane. Tuttavia in questo campo bisogna studiare ancora molto profondamente metodi e criteri di partecipazione. Per realizzare questo compito il ruolo della Commissione consultiva per i rapporti ecumenici della Tavola valdese è insostituibile, ha ricordato il Sinodo.
L'altra frontiera dell'impegno ecumenico è il dialogo con le grandi religioni non cristiane sempre più presenti in Italia. Mentre i rapporti di collaborazione con le comunità ebraiche sono una prassi ormai consolidata, oggi una vera sfida è il dialogo con l'Islam, che è ormai la più numerosa comunità religiosa minoritaria in Italia. Il Sinodo ha apprezzato le iniziative promosse in questo settore dalla rivista Confronti, incoraggiando le chiese ad accettare tale sfida.
(tratto da Riforma, del 12 settembre 2003) |