Ricco di temi l'esame dell'operato del Comitato permanente dell'OPCEMI
LA PRESENZA METODISTA NELLA SOCIETA'
Teologia e spiritualità, rapporti con le cheise metodiste a livello internazionale, integrazione con le sorelle e i fratelli immigrati da altri continenti, Ecumene e Casa Materna
di Erika Tomassone
Teologia e spiritualità, presenza nella società, rapporti internazionali e scelte. Così potremmo sintetizzare i temi in discussione nell'ambito dell'esame dell'operato del Comitato permanente dell'OPCEMI. Dall'intervento del presidente, pastore Massimo Aquilante, sono emersi tre punti qualificanti il metodismo italiano.
Innanzitutto la presenza e la testimonianza di molte chiese "integrate" in seguito e grazie all'arrivo di molti fratelli e sorelle evangelici dall'Africa e dall'Asia. Questo significa un'opportunità di rilancio e risveglio della testimonianza nelle città non solo per la vita interna delle chiese, ma anche nel senso di un segno significativo dato alla società italiana della possibilità e della ricchezza della costruzione di ponti fra le culture, oltre le chiusure e il rifiuto da più parti invocati e praticati in Italia. In questa direzione si configura il "progetto Mezzano" sostenuto oltre che dall'OPCEMI, anche dalla CEVAA e dalla Chiesa metodista di Gran Bretagna, inaugurato a dicembre 2002 e consolidato attraverso l'impegno del pastore George Ennin della Chiesa metodista del Ghana, il cui ruolo è quello di portare avanti una "mediazione culturale" tra le componenti africana e italiana delle comunità del Nord Italia, costruire ponti con quei gruppi africani che sono andati formandosi negli anni e raccogliere i dispersi.
Questo punto è, a mio avviso, fondamentale per lo sviluppo della testimonianza della nostra chiesa in Italia e delle chiese membro della FCEI. L'essere chiesa insieme, con tutte le sfide e le possibilità che comporta, è un terreno di prova importante su cui ci sarà da riflettere anche in seno alla prossima Assemblea della Federazione, ma anche nell'ambito di circuiti, distretti e chiese locali.
Poi viene il potenziamento delle relazioni con le chiese metodiste a livello internazionale nelle due direzioni: raccolta di documenti provenienti dal metodismo estero, ma anche produzione e diffusione in ambito internazionale, della teologia e della spiritualità metodista in Italia. Due le iniziative sottolineate: la creazione di un "Centro di documentazione metodista", in collaborazione con il Centro culturale valdese e la Facoltà valdese di teologia, e le celebrazioni per il trecentesimo anniversario della nascita di John Wesley cui le chiese dedicheranno le domeniche del prossimo avvento.
Infine la riflessione sulla diaconia, intesa non solo come valutazione necessaria delle reali possibilità per le chiese di mantenere le proprie opere sociali ma anche come significato politico della presenza diaconale delle nostre chiese nella società italiana. Con questo ricco patrimonio di riflessione proposto non solo alla chiese metodiste, ma a tutte le chiese che si riconoscono nel Patto di integrazione, il Sinodo ha affrontato due questioni specifiche: il progetto di Ecumene e la situazione di Casa Materna. Per quel che riguarda il centro di Ecumene, si è sottolineata l'attività di rilancio sia dal punto di vista della rete di collaborazioni sia dal punto di vista della ristrutturazione degli stabili (già avviata con la cucina e i bagni). L'Assemblea degli Amici che si terrà nel mese di dicembre affronterà in modo collettivo queste tematiche.
La situazione di Casa Materna è stata quella che il Comitato permanente ha vissuto con grande impegno e sofferenza in vista di una definizione accettabile, sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista della testimonianza.
(tratto da Riforma, del 12 settembre 2003) |