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sinodo dove trovarci otto per mille
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SINODO 2003

La presenza qualificata e numeroa di rapprsentanti di chiese e organismi esteri

UN SINODO NELL'ECUMENE CRISTIANA

La presenza degli ospiti stranieri non è un contorno secondario dell'assemblea sinodale ma un vero e prorpio contributo di esperienza alla riflessione e alla condivisione

di Giuseppe Platone

ospiti al sinodo (foto Riforma)La presenza di ospiti rappresentanti il protestantesimo internazionale a questo Sinodo è stata particolarmente numerosa (più di 50 presenze) e qualificata: non ha comunque rappresentato una semplice parentesi sinodale, si è trattato piuttosto di una presenza che ha attraversato tutto l'anno ecclesiastico. Particolarmente nei mesi caldi della guerra in Iraq lo scambio di prese di posizione dalla Scozia agli Stati Uniti, dalla Francia alla Germania all'America Latina è stato particolarmente intenso e gli echi sono rimbalzati nell'aula sinodale della Casa valdese di Torre Pellice sul cui balcone, stinta da un sole implacabile, è esposta la bandiera multicolore della pace. In questo senso la presenza degli ospiti stranieri ha avuto, ancora una volta, una valenza interattiva. Alcuni rappresentanti del protestantesimo non si sono limitati ai saluti ufficiali della loro chiesa, a volte, nel quadro di una memoria storica che risale a secoli fa (l'Olanda o la Repubblica ceca per fare solo due esempi), ma sono autorevolmente intervenuti nel dibattito sinodale.
Come è ormai tradizione un momento del tutto particolare, la serata del martedì sera, è stata interamente dedicata, dopo una cena ufficiale, all'incontro tra ospiti stranieri, Tavola valdese e seggio del Sinodo. Chi non ha parlato durante il ricevimento lo ha fatto in aula sinodale secondo un ordine deciso dal seggio. Il gruppo più numeroso di ospiti è stato quello svizzero. I pastori Ansgar Künrich e Charles Buffat hanno portato il saluto solidale del comitato bernese (Waldenserhilfe), mentre Susi Hoegger-Passera quello di Zurigo-Basilea insieme a Robert Wirz. Il pastore Andreas Hess ha rappresentato l'agenzia Heks-Eper di Zurigo che ha un grande peso negli aiuti che riceviamo e che, a nostra volta, esprimiamo in sede internazionale anche attraverso i fondi dell'otto per mille. Abbiamo riascoltato con piacere la pastora Sitta Druecke Revillard che, a nome del comitato romando, ha ricordato la figura del ginevrino Jacques Picot, scomparso in primavera, che è stato per molti anni (specie per il mondo valdese e la sua storia alle Valli) un riferimento prezioso.

Il pastore Theo Rickenbacher, in rappresentanza del mondo metodista svizzero (minoranza di 15.000 membri) nel ricordare, con riconoscenza, il suo anno sabbatico speso nelle chiese metodiste di Vercelli e Vintebbio, ha voluto collocarlo nella prospettiva di "essere chiesa per gli altri". Dal Canton Ticino il pastore Paolo Tognina ha sottolineato i tanti legami di affetto e solidarietà che da sempre ci legano. Da Ginevra il segretario generale dell'Alleanza riformata mondiale (ARM), Setry Nyomi, ha ringraziato il moderatore per l'accoglienza ricevuta due mesi fa alle Valli per i lavori del Comitato esecutivo dell'ARM in vista del congresso mondiale del prossimo anno che si svolgerà in Ghana sotto il segno della parola di Gesù "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10, 10). Nyomi ha chiesto alle nostre chiese di studiare il materiale preparatorio di questo importante appuntamento mondiale riformato. Ancora dalla Svizzera, cantone di Argovia, Ursula Walti ha sottolineato l'importanza dei progetti di sostegno nel Terzo Mondo per l'acqua potabile attraverso il dono simbolico di una caraffa con dodici bicchieri.

Dalla Germania il Sinodo ha ascoltato il saluto del Präses della Chiesa evangelica della Renania, Nikolaus Schneider che ha, brevemente, ripercorso il processo di autocritica che sta attraversando la sua chiesa riguardo alle concrete implicazioni che essa storicamente ha avuto con la dittatura nazista. Sul tema dei rapporti internazionali ha rilanciato la proposta della sua chiesa di potere giungere a un Sinodo protestante europeo. Infine, a proposito della situazione concernente gli ospedali valdesi, ha osservato quanto sia difficile rinunciare a ciò che è stato costruito con amore nel passato ma anche in Renania c'è stato un forte ridimensionamento nel campo delle opere diaconali. Si tratta, ha concluso Schneider, di problemi comuni. Dal Baden il vescovo Ulrich Fischer ha salutato i deputati con il motto della sua chiesa (unificata tra luterani e riformati sin dal 1821): "Siamo in amicizia con i cristiani del mondo". Amicizia consolidata nei confronti delle nostre chiese anche attraverso la presenza di alcuni pastori e, annualmente, di oltre una ventina di giovani che trascorrono nelle nostre chiese un anno diaconale.
Il pastore Hermann Schäfer, segretario generale delle Chiese riformate tedesche, ha chiesto alla Tavola di pensare alla possibilità di istituire una figura che si occupi in modo stabile e continuativo dei rapporti internazionali anche sul piano ecumenico. "Una piccola chiesa che ha un così grande impatto in sede internazionale deve investire ancora di più in questo campo". I vari interventi degli amici tedeschi in Sinodo (per ragioni di spazio non possiamo riferire di tutti) sono stati spesso tradotti dalla pastora Susanne Labsch, dirigente ecclesiastica nel Baden. La Labsch ha saputo collegare in questi anni le varie chiese regionali tedesche intorno a un tavolo che si occupa periodicamente di sostenere progetti delle nostre chiese; il più noto è la questione del fondo pensioni a favore dei pastori e diaconi. Considerata, anche per la conoscenza che le deriva dall'avere svolto alcuni anni di intenso pastorato in Italia, una sorta di ministro degli esteri del protestantesimo tedesco nei nostri confronti, Susanne Labsch ha saputo realmente imprimere un salto di qualità nei nostri rapporti con indubbie ricadute positive.

Dalla Gran Bretagna il saluto del pastore anglicano Jonathan Boardman, in rappresentanza dell'arcivescovo di Canterbury, ha ricordato i legami storici tra le nostre chiese e il desiderio di continuare a lavorare insieme a noi in un sodalizio che risale al colonnello Beckwith e al canonico Gilly. Presente ai lavori era anche Timothy Macquiban, della Waldensian Church Mission. La Scozia protestante era presente tramite il pastore Rob Mckenzie, attualmente in servizio a Torino alla chiesa di lingua inglese. Preziosa è stata anche la presenza del rappresentante delle chiese protestanti unite d'Olanda, Frank Petter. Anche da parte olandese si auspica un intensificarsi di contatti ed eventualmente scambi di esperienze e di persone a livello di impegno diaconale o di studi teologici.
Dalla Repubblica ceca la pastora Lydia Roskovcova, nel quadro dei rapporti storici tra mondo valdese e tradizione hussita, ha ricordato il comune impegno di testimonianza anche nei momenti difficili della storia. La Francia è stata presente ai lavori del nostro Sinodo al massimo livello: è infatti intervenuto il pastore Jean-Arnold de Clermont, presidente della Federazione protestante di Francia, che ha menzionato il vivace processo di collaborazione tra Federazione e mondo avventista e pentecostale. Un contributo è giunto anche dal pastore Marcel Manoël, presidente del Consiglio sinodale della Chiesa riformata di Francia, che ha brevemente illustrato alcune questioni interne alle chiese: problemi finanziari, mancanza di pastori, difficoltà nei processi decisionali. Questioni che si legano a un interrogativo: come passare a una nuova dimensione missionaria delle chiese? Anche il pastore Bertrand De Cazenove, segretario generale delle Chiese riformate, ha illustrato alcuni temi dell'agenda ecclesiastica evangelica d'Oltralpe. Temi anche controversi come l'omosessualità, i rapporti tra chiesa e stato.

Da Madrid il pastore Alfredo Abad, segretario generale della Chiesa evangelica spagnola, ha ricordato il comune destino di minoranze in paesi prevalentemente cattolici. Il piccolo mondo evangelico portoghese è stato rappresentato dalla giovane teologa Maria Eduarda Castanheira. Infine dagli USA: accanto ai saluti attesi e graditi dell'American Waldensian Society, rappresentata da Felix Canal e dal pastore Richard Sanner, una parola particolarmente toccante l'ha lanciata il pastore Duncan Hanson, a nome dei presbiteriani e dei riformati statunitensi: "Le nostre chiese negli Usa stanno attraversando un periodo difficile. Abbiamo lavorato contro la guerra ma non siamo riusciti a fermarla; le opinioni diverse hanno diviso il nostro tessuto comunitario. Abbiamo bisogno delle vostre preghiere per resistere nella fede e insieme a voi oggi preghiamo per tutte le vittime in Afghanistan e in Iraq. L'ombra dell'11 settembre incombe ancora sulla nostra vita di fede. Vogliamo portare insieme peso e responsabilità di costruire quel mondo diverso a cui Dio stesso oggi ci chiama".

(tratto da Riforma, del 12 settembre 2003)

 
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