MILENA MARTINAT: COME "CATTURATA" DA DIO
Vedere un uomo, o una donna, o un bambino che sorride con gli occhi che brillano riscalda il cuore. Il desiderio della maggioranza degli esseri umani è vedere intorno a sé visi sorridenti, occhi di uomini donne e bambini che si illuminano. Non sempre è così nella vita delle persone. Momenti bui oscurano le nostre esistenze e può essere difficile uscire dall'oscurità. Ma l'Evangelo è lì a illuminare le nostre vite, l'Evangelo è libertà anche dai nostri travagli, l'Evangelo ci dona ogni giorno la speranza, la certezza della salvezza e quindi la possibilità di guardare in modo diverso e più sereno chi ci circonda.
Ho trentun anni, sono nata e cresciuta nelle valli valdesi in una famiglia di contadini e operai a Inverso Pinasca. Quando avevo quattro anni ho iniziato a frequentare la scuola domenicale nella Chiesa valdese di Pomaretto dove ho poi continuato la mia formazione partecipando al catechismo e a diversi gruppi della chiesa locale, del circuito e del distretto; poi l'inizio con la predicazione come predicatrice locale e la collaborazione continua per molti anni con la redazione di Riforma. Questo contatto con la chiesa, con i suoi pastori, ha fatto sì che nel periodo dei miei studi universitari a Torino esplodesse in me la necessità di studiare teologia e il desiderio di essere pastora. È qualcosa che ti "acchiappa", come se Dio mi avesse catturata e io non potessi fare altro, avendo la felicità e la gioia nel cuore. Discussa la mia tesi in Lingue e letterature straniere moderne ho chiesto un avviamento straordinario al pastorato che mi è stato concesso. Ho avuto così la possibilità di iniziare il mio ministero prima della conclusione dei miei studi accademici.
I miei primi tre anni e mezzo di ministero li ho svolti nella Chiesa valdese di Pramollo, nelle valli valdesi. Un periodo molto formativo, pesante ma gioioso; una chiesa di montagna dove i valdesi sono la netta maggioranza, un contesto culturale ed ecclesiastico che ben conoscevo e che certamente mi ha aiutata a superare momenti faticosi legati allo studiare e al lavorare allo stesso tempo. Anche la vicinanza di altri pastori ha avuto un significato importante. E ora da un anno vivo il mio ministero in una realtà molto diversa, a Siena, nella città del Palio, dove l'aggregazione è forte intorno a quest'evento dove il religioso e il folklore ben si mescolano con dinamiche non sempre facili da capire. La Chiesa valdese di Siena è una realtà di forte diaspora dove la solitudine delle persone si fa sentire ma è anche una realtà multietnica nella quale si riflette e si vive la diversità nella quotidianità delle necessità degli individui e nella vita della chiesa, una realtà nella quale si ha occasione di percepire come il messaggio evangelico si sia sparso nel mondo.
Molto importanti, nella mia formazione, sono state figure pastorali più anziane dalle quali ricevere spiegazioni, conforto e critiche. L'importante per me è l'annuncio dell'Evangelo soprattutto con la cura pastorale ai più deboli, agli ammalati, agli ospedalizzati, agli stranieri, alle chiese. Dio mi ha afferrata e mi ha messa su questa strada, al suo servizio, in Cristo Gesù e su questa desidero camminare.
(tratto da Riforma, del 25 luglio 2003) |