PROMUOVERE LA LETTURA NELLA "PROVINCIA" DEL LIBRO
La discussione sull’editrice Claudiana
di Italo Pons
Coloro che il 1º novembre 1855 sottoscrissero l’atto di fondazione della Società dei Trattati Religiosi per l’Italia avevano probabilmente compreso che la piccola chiesa delle Alpi ben presto avrebbe avuto una stagione di semina del tutto inedita nella sua vicenda. La sorte aveva toccato questa generazione. Pastori come J.-P. Revel, J.-P. Meille, Amedeo Bert, il deputato Giuseppe Malan, per citare i più noti, si sarebbero trovati davanti a uno sforzo di notevoli proporzioni. Una settimana dopo la fondazione della Società un deposito di libri veniva aperto a fianco del tempio valdese, in corso del Re, a Torino. Sempre da quelle parti, tre anni dopo, troverà spazio la tipografia Claudiana finanziata da pie signore irlandesi.
Per chi ama gli anniversari, il prossimo anno le luci di accenderanno dunque sulla «benemerita» Casa editrice. Il marchio, anche grazie ai suoi direttori, con intelligenza, tenacia e abilità, ha conquistato una credibilità culturale che attraversa il filone biblico, teologico, etico. Collane dei padri della Riforma sono in via di pubblicazione. Corposi commentari contribuiscono a nutrire la predicazione e la riflessione biblica. Problemi etici ed economici tengono vivo il dibattito sulle questioni del nostro tempo. Collaborazioni di carattere ecumenico, fino a qualche anno fa impensabili, traghettano, è il caso di dirlo, dall’Oriente all’Occidente, una pubblicazione per ragazzi come Il popolo della Bibbia.
Il tutto nel rigore scienti fico e nel prestigio editoriale, ma che ruolo assume il lettore? Da tempo diverse case editrici cattoliche hanno sdoganato la teologia protestante creando una sana contaminazione delle idee e del pensiero nel nostro paese. Ma anche concorrenza. Il lettore di temi teologici e biblici non frequenta le grandi autostrade della lettura, percorre vie secondarie, anzi sentieri in salita. Un pubblico affezionato che, magari dopo Bonhoeffer, si prepara a navigare verso Lutero e a breve leggerà le opere di Calvino. Nelle periferie di questa provincia del libro dove si aggirano professori di teologia accompagnati dai loro seminaristi, intellettuali che leggono Miegge, appassionati di puritanesimo e narrativa protestante, si ravvisa la necessità che ognuno faccia la sua parte per diffonderlo con maggiore impegno: questa è stata, ancora una volta, l’indicazione del Sinodo.
Il prodotto fa naturalmente i conti con il mercato. Il libro si distingue dai generi di prima necessità (anche se la lettura allunga la vita perché, se è interessante, si desidera arrivare in fondo e quindi occorre tempo per leggerlo) si sceglie per diletto, per studio, per interesse. Si colloca insomma in una fascia che esige di essere coltivata e sollecitata in maniera costante. Le chiese sono quindi chiamate a prodigarsi in questa direzione: «Se la Claudiana ci sta a cuore – ha ricordato Giorgio Tourn – allora datevi da fare, affinché si legga e si faccia leggere». Occorre che i depositi si attivino, ancora in molte chiese non esistono, per la presentazione delle novità. Forme nuove di presenza, itinerante, già sperimentate in passato, possono contribuire a questo impegno. Senza dimenticare di prendere contatto nei piccoli centri alle grandi città, affinché le librerie facciano comparire almeno qualche titolo Claudiana.
Ritornando alla storia passata, sappiamo che qualche anno dopo la sua fondazione la Casa editrice divenne Società per le pubblicazioni evangeliche (Spei) con l’obiettivo di diventare interdenominazionale. Due pastori scozzesi ne furono segretario e cassiere. Quindi niente di nuovo se oggi si ritorna a discutere di un nuovo assetto societario che permetterebbe alle Chiesa luterana e alle chiese dell’Unione battista, tramite i loro enti, di entrarne a pieno titolo in una Società srl. Nel dibattito si sono registrate alcune riserve, non ultima quelle che la costituzione della Società significherebbe l’uscita dall’ordinamento valdese, e quindi di un controllo diretto della linea editoriale; obiezioni che hanno trovato risposte convincenti tali da autorizzare la Tavola a mettere mano al progetto.
Sul fronte delle librerie si ristruttura quella di Milano. Ben presto nella «flotta» Claudiana entrerà la storica Libreria di cultura religiosa della capitale. Rimangono le preoccupazioni per i costi di gestione oculatamente monitorati. Le librerie restano il vero supporto a chiese e attività dei centri culturali. Un grazie, non formale, al direttore, comitati, traduttori, operatori delle librerie. I lettori facciano la loro parte.
(tratto da Riforma, del 10 settembre 2004) |