UN GIORNALE SOPRATTUTTO DA LEGGERE MA ANCHE DA SCRIVERE
"Riforma", elemento portante della collaborazione battista, metodista e valdese
di Marco Gisola
«Riforma è lo specchio delle nostre chiese»; così inizia il paragrafo dedicato al nostro settimanale nella relazione della commissione di esame. Riforma è lo specchio delle nostre chiese nel senso che sul giornale risaltano le diverse sensibilità presenti nelle chiese battiste, metodiste e valdesi, si sviluppa il dibattito sui temi che riguardano le chiese e la società, i lettori hanno lo spazio per esprimere le loro opinioni e posizioni. Ma Riforma è lo specchio delle nostre chiese anche nel senso che il lento calo del numero degli abbonamenti rispecchia il calo numerico e di entusiasmo dei membri delle nostre chiese. Il Sinodo non ha affrontato un lungo dibattito su Riforma, e questo per diversi motivi: in primo luogo, essendo Riforma il «settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi», il luogo deputato a discutere sul giornale non è tanto il Sinodo quanto la sessione congiunta del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi e l'Assemblea delle chiese facenti parte dell'Unione delle chiese evangeliche battiste in Italia, la quale avrà luogo nel 2006.
In secondo luogo, prima di discutere il tema a fondo è bene attendere gli sviluppi di alcune iniziative in atto: due convegni tenuti a Napoli e Torino per discutere del futuro del settimanale, alcune indagini promosse dall'editrice di Riforma (la Sep), che si è avvalsa della collaborazione di alcuni sociologi dell'università di Pavia, un maggiore impegno per promuovere la diffusione del settimanale nell'Italia meridionale.
La breve relazione del direttore, past. Giuseppe Platone, si è quindi soffermata sulla nota dolente della situazione finanziaria: Riforma è in deficit (69.000 euro circa nel 2003, 52.000 circa stimati nel 2004), è questo deficit è dovuto anche al calo del numero degli abbonamenti, calo che si è rilevato costante in questi quasi dodici anni di vita di Riforma. Basti pensare che dal 1993 (primo anno di uscita) al 2003 gli abbonamenti sono calati da 5.504 a 4.159. Non solo gli abbonamenti sono molti meno dei previsti, ma sono molti meno di quanti sarebbero possibili: diverse persone o famiglie che frequentano le chiese locali battiste, metodiste e valdesi non sono abbonati a Riforma. L'editrice e la redazione sono al lavoro per migliorare la qualità, sia nei contenuti, sia nella grafica, del settimanale e questo lavoro darà certamente dei risultati a medio e lungo termine. Nell'immediato sembra inevitabile un aumento del prezzo dell'abbonamento (che d'altra parte è rimasto invariato a 57 euro per tre anni consecutivi).Che cosa possono fare le chiese e che cosa possiamo fare noi, membri di chiesa? Due sono le azioni suggerite dal direttore: sul lato finanziario, ovviamente sostenere Riforma: abbonarsi (come abbonato normale o sostenitore), regalare abbonamenti (un'ottima idea è per esempio regalare un abbonamento per Natale, eventualmente avvalendosi del costo dell'abbonamento ridotto), far conoscere e diffondere il settimanale tra amici, simpatizzanti, persone coinvolte nel dialogo ecumenico, ecc.
Ma per non chiudere queste brevi note parlando di soldi e di finanziamenti, la seconda azione che come chiese e membri di chiesa possiamo fare è usare sempre di più il nostro giornale. Ogni chiesa - ha suggerito il direttore Platone - dovrebbe avere un corrispondente che si impegni a scrivere quanto di interessante accada nella propria chiesa o nella propria città e inviando articoli o commenti alla redazione di Riforma, che non è lì solo per essere letta dai membri e dagli amici delle chiese battiste, metodiste e valdesi, ma anche per essere scritta da loro, anzi da noi. Solo così, al di là di ogni crisi economica, sarà davvero il nostro giornale.
(tratto da Riforma, del 10 settembre 2004) |