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SINODO 2004
BISOGNA INTENSIFICARE LA PRATICA DEGLI "SCAMBI"

I nostri rapporti con le chiese sorelle di Rio de La Plata

di Sergio Ribet

un gruppo di fratelli del Rio de la Plata (foto Riforma)L’anno scorso, e l’anno precedente, avevo iniziato il commento che dopo ogni Sinodo si dedica al tema «Rio de la Plata» con la frase «non vi è stato un grande dibattito in proposito». Quest’anno non vi è stato nessun dibattito. Di per sé questo non significa disinteresse: è sempre più evidente che il Sinodo non può (e non deve) occuparsi ogni anno di tutto. Spiego solamente che, per commentare l’ordine del giorno che è stato votato dal Sinodo, non si può fare riferimento al dibattito sinodale, ma occorre rifarsi a quanto è scritto sull’area rioplatense della nostra chiesa nella relazione della Tavola al Sinodo, e nella relazione della Commissione d’esame sull’operato della Tavola.
Il rapporto della Tavola si sofferma soprattutto su fatti e gesti concreti che testimoniano l’attenzione reciproca tra le due aree della nostra chiesa: la presenza in Italia della famiglia Charbonnier-Dalmas (Ariel, pastore, Zoraida, diacona in prova, Lucas, studente di teologia), senza che per ora dall’area italiana si sia potuto dare reciprocità allo scambio pastorale, gli scambi di studenti tra Facoltà di teologia in Roma e ISEDET, a Buenos Aires, la delegazione italiana, anzi fiorentina, al Sinodo rioplatense di quest’anno, guidata dalla pastora Gianna Sciclone, le molte iniziative di solidarietà che si sono sviluppate. Con ragione la Tavola evidenzia che la legge Bossi-Fini rende quasi irrealizzabile l’accoglienza delle domande di coloro che cercano di raggiungere l’Italia (io aggiungo: nella maggior parte dei casi si tratta di persone che hanno la cittadinanza italiana, o hanno i requisiti per richiederla, ma nonostante la retorica sugli «italiani all’estero» prevale la logica di considerarli extracomunitari, in più con un’accezione riduttiva che tende a negare cittadinanza e accoglienza).

Anche la relazione della Commissione d’esame riprende questi temi e coglie, attraverso la lettura degli Atti del Sinodo nella sua sessione rioplatense, una forte analogia di tematiche nell’una e nell’altra area: per esempio la necessità di riprendere un confronto sulla fede, trovando gli spazi per esprimerla, e la necessità di valutare i dati statistici (l’erosione costante del numero dei membri di chiesa) anche per leggere la realtà in cui si vive. Il Sinodo ha ricevuto un messaggio dal moderador Hugo Armand Pilon, a cui ha risposto il Seggio. Il Sinodo ha approvato l’ordine del giorno.
È stato fatto giustamente notare che l’ordine del giorno avrebbe potuto esprimere meglio il suo ringraziamento: è certo che siamo grati alle chiese del Rio de la Plata per la testimonianza di fede che ci danno, ma si sarebbe potuto dire, più correttamente, che ringraziamo Dio per la fede dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.

Dopo il Sinodo, la Tavola valdese ha incontrato il coordinatore della Commissione consultiva sulle chiese del Rio de la Plata. È stato valutato positivamente il lavoro di informazione svolto, sia attraverso Riforma (soprattutto grazie alle segnalazioni di Marco Rostan), sia in vari momenti assembleari (non solo chiese: interessante la preparazione di studenti del Collegio in vista di una visita al Liceo Armand Ugon di Colonia Valdense). È necessario tuttavia ridefinire i compiti della commissione, e trovare forme nuove di operatività, tenendo conto del fatto che si è passati dalla fase di una crisi «acuta» a una fase di crisi cronica (legata a incertezze e crisi globali, mondiali). È ben presente la convinzione che occorre creare occasioni di visite ben programmate, per rendere concreta la fratellanza, e la Tavola sta lavorando intensamente in questa prospettiva.

(tratto da Riforma, del 10 settembre 2004)

 
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