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SINODO 2005

FACOLTA' VALDESE: VERSO LA LAUREA EUROPEA

Agli studenti di teologia vengano offerti, accanto a una solida preparazione teologica corsi sull’ordinamento valdese e una preparazione minima anche in campo musicale

di Bruno Rostagno

il Consiglio di Facoltą (foto Riforma)Istituita nel 1855 a Torre Pellice, la Facoltà di teologia, che con la Claudiana ha celebrato nel 2005 i 150 anni di attività, dopo aver accentuato il suo carattere italiano con il trasferimento a Firenze e poi a Roma (dal 1922), ha assunto oggi i caratteri di un centro aperto al protestantesimo internazionale e ai rapporti ecumenici, dove il lavoro teologico porta a confrontarsi con le problematiche culturali contemporanee, non ultima la problematica interreligiosa. Il Sinodo ha confermato la nomina dei professori Fulvio Ferrario e Martin Hirzel, che sono dunque diventati professori ordinari, il primo per la teologia sistematica, il secondo per la storia. Hirzel è svizzero, come Yann Redalié, ordinario di Nuovo Testamento.
Protestantesimo internazionale non vuol dire soltanto Europa o Usa, tant’è vero che alcuni studenti hanno svolto il loro anno all’estero a Buenos Aires e uno di loro si prepara a svolgerlo ad Accra (Ghana). A Roma, intanto, è proseguita l’attività del Centro ecumenico Melantone, un’iniziativa della Facoltà e della Chiesa luterana in Italia, sorta per promuovere nel nostro paese la presenza della cultura protestante e per permettere agli studenti stranieri la conoscenza del protestantesimo e del cattolicesimo italiani. Il Centro cresce bene, suscita interesse, ma è naturale che affiori anche qualche preoccupazione. Ovvio che l’iniziativa interessi particolarmente le chiese tedesche, ma il Centro deve rimanere aperto ai contributi più vari, da ogni continente. Gli studenti, in prevalenza tedeschi, sono molto attirati dalle occasioni culturali che offrono gli atenei romani, sia statali sia pontifici; ma sarebbe anche opportuno che scoprissero i benefici che può offrire una Facoltà come la nostra, piccola, ma dalle profonde radici e dai vasti orizzonti.

Una Facoltà che le nostre chiese dovrebbero sostenere con calore e generosità; purtroppo non è così, e il deficit di bilancio segnala la debolezza di uno sforzo contributivo che resta ben lontano dall’obiettivo indicato dal Sinodo. Eppure senza la Facoltà le chiese non solo rimarrebbero prive di pastori, ma rimarrebbero prive di tutta quella rete di iniziative formative che permette di sviluppare una preparazione al loro interno e un irradiamento all’esterno. Si pensi alla formazione teologica a distanza, che in pochi anni ha già avuto 60 persone diplomate. La prova dell’importanza che la Facoltà riveste per la vita delle chiese si ha nelle richieste espresse nel dibattito sinodale; ne menzioniamo alcune: si è chiesto che agli studenti che si preparano al pastorato venga assicurata la conoscenza dell’ordinamento valdese; si vorrebbe inoltre che essi ricevessero una formazione specifica per il lavoro giovanile e una formazione musicale che sia di orientamento nella preparazione del culto. Il primo obiettivo resta comunque quello di avere pastori e pastore in possesso di un’alta competenza teologica. Il prossimo Sinodo dovrà discutere il nuovo piano di studi, richiesto dall’adozione del modello curricolare accademico europeo (3 anni per la laurea breve, più due per la laurea specialistica). Si dovrà decidere se l’anno all’estero possa rientrare nei 5 anni o debba costituire un sesto anno obbligatorio. Il Sinodo ha comunque già deciso che per il pastorato si dovrà richiedere la laurea specialistica.

(tratto da Riforma del 9 settembre 2005)

 
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