Una cinquantina di invitati italiani e stranieri hanno partecipato al Sinodo valdese
I SALUTI DELL'INTERNAZIONALE PROTESTANTE
Dagli Stati Uniti all’Africa, dalla Romania alla Scozia la riflessione sinodale è stata continuamente arricchita da contributi, informazioni e saluti da chiese e associazioni
di Giuseppe Platone
«Siamo pochi. È una frase che sento spesso anche in Germania. E questo mi ricorda l’incontro biblico di Abramo con Dio prima della distruzione di Sodoma e Gomorra. Abramo intercede per queste città chiedendo di salvarle se ci sono dei giusti. Alla fine del colloquio Dio vuole perdonare tutti se si trovano almeno dieci giusti. E i giusti sono tali non a causa delle loro qualità ma perché sanno di essere giustificati. Come popolo di Dio siamo dichiarati giusti da Dio e ci impegniamo per tutta la società. Di fronte a Dio il numero non conta, conta la qualità del nostro rapporto con Dio e con la società». Queste parole di saluto di Harald Kamp, rivolte a nome del Freundeskreis der Waldenser Kirche (circolo degli amici della Chiesa valdese, ndr), sono una chiave di lettura di molti dei messaggi rivolti al Sinodo da parte dei suoi numerosi ospiti. Detto altrimenti: visti da paesi a forte tradizione protestante siete una piccola chiesa ma per noi avete, e non solo sul piano storico, una grande importanza.
In questa direzione si è anche mosso il Präses della Chiesa evangelica della Renania, Nikolaus Schneider, che ha ricordato la necessità di arrivare al più presto a un Sinodo dei protestanti europei. Ulrich Möller, dirigente della Chiesa evangelica della Westfalia, nel suo saluto ha ricordato anche i nuovi rapporti instaurati con la Chiesa valdese per il programma contro l’epidemia dell’Aids in Namibia. Ancora nel gruppo tedesco degli invitati ricordiamo gli interventi ed i saluti di Susanne Labsch, Sovrintendente ecclesiastica del Baden e infaticabile ambasciatrice del mondo valdese, di Herbert Temme, nuovo presidente della Waldenservereinigung (Associazione dei valdesi tedeschi, ndr), di Ulrike Veermann per la fondazione Gustav Adolf Werk e di Merchtild Nauck per la Chiesa evangelica dell’Hessen Nassau.
Anche quest’anno era particolarmente numerosa la «pattuglia» degli ospiti dalla Svizzera. Charles Buffat ha portato i saluti dei comitati valdesi di Berna, Basilea e Zurigo; erano presenti Susanna Hoegger-Passera e Robert Wirz. Dalla Chiesa riformata del cantone di Zurigo Irene Gysel ha incoraggiato le chiese riformate a far sentire maggiormente la loro voce sui grandi temi del nostro tempo. Il presidente del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera (due milioni e mezzo di membri), Thomas Wipf, dopo avere ricordato, storicamente, l’influenza del movimento valdese nella riforma in Svizzera ha osservato che oggi «alcune chiese protestanti europee rivelano segni di stanchezza e rassegnazione. Le chiese diventano più piccole mentre i problemi e le sfide si fanno sempre più grandi. Tuttavia io sono convinto che il modo protestante di intendere e vivere la fede cristiana diventerà ancora più importante proprio nel contesto dell’ecumenismo cristiano. Occorre quindi ritrovare una nuova consapevolezza del nostro essere protestanti oggi».
Sono stati portati anche i saluti della Chiesa riformata del Ticino da parte di Marianne Bianchi; Etienne Roulet ha portato i saluti della Chiesa riformata del cantone di Vaud. Il pastore Andreas Hess ha rappresentato in questo Sinodo l’agenzia svizzera Heks-Eper con la quale, da anni, si svolge un intenso lavoro di solidarietà internazionale anche attraverso i fondi dell’8 per mille. Hans Rapp-Moser ha rivolto i saluti della Chiesa riformata di Basilea. Dalla Repubblica ceca il pastore Pavel Rumm, della Chiesa riformata dei Fratelli cechi, ha ricordato come il pastore Genre abbia promosso intensi scambi di persone tra le due realtà ecclesiastiche.
Dai Paesi Bassi, in rappresentanza del Comitato delle chiese valloni (nato a seguito della strage delle cosiddette Pasque piemontesi di cui ricorre quest’anno il 350º anniversario), ha rivolto il suo saluto il giovane pastore Roger Dewandeler accompagnato dall’olandese Huibert Van Andel. Dall’Inghilterra Erica Scroppo Newbury, per conto della Waldensian Church Missions, ha informato della prossima rievocazione che si terrà a Londra delle Pasque piemontesi in una sala del Parlamento. La chiesa di Scozia, tradizionalmente vicina alle nostre chiese, era presente al Sinodo con il pastore William Mc Culloch. L’Irlanda del Nord era rappresentata dal pastore Watts che ha offerto un aggiornamento della difficile situazione irlandese dove le chiese ormai sono diventate voci di minoranza e possono contribuire alla soluzione dei conflitti solo lavorando insieme.
Dalla Romania era presente il responsabile della diaconia evangelica, il pastore Istvan Kovacs della Chiesa riformata della Transilvania (600.000 membri di chiesa).
Dalla vicina Francia hanno portato i saluti Didier Crouzet, della Chiesa riformata, Alain Rey, segretario generale della Cevaa. Il mondo protestante francese è stato in questo Sinodo particolarmente presente anche per i continui riferimenti al pensiero del filosofo Paul Ricoeur recentemente scomparso.
Dagli Stati Uniti è giunto il saluto, per la American Waldensian Society, di Felix Canal che, pur ottantenne, non rinuncia al suo annuale soggiorno in Italia, nelle valli valdesi, e del pastore Richard E. Scanner.
L’ospite più lontano arrivava dal Camerun: il pastore Joseph Mfochive, presidente della Chiesa evangelica camerunense che conta due milioni e mezzo di membri. Mfochive ha affrontato il tema della povertà in Africa, intesa anche come problema spirituale. «Prima viene la fraternità poi la solidarietà; posso dare anche tutto quello che ho ai poveri ma non amarli. Non vengo a chiedere soldi ma a testimoniare di una nuova fraternità che è nata tra noi anche grazie al vostro sostegno. Le ingiustizie nel mondo nascono dalla mancanza di fraternità tra gli esseri umani. L’Africa oggi ancora subisce la schiavitù dello sfruttamento ed è costretta a combattere guerre scatenate da chi vuole accaparrarsi le ricchezze del nostro continente».
Infine quindici ospiti del Sinodo erano italiani. Dal vicepresidente della Fcei, David Cavanagh, alla Federazione delle chiese pentecostali, all’Unione delle chiese avventiste alla Società biblica, all’Esercito della Salvezza. Per i luterani italiani ha preso la parola il decano Jürgen Astfalk, rinnovando l’amicizia e la fraternità tra le nostre chiese. Il saluto delle chiese battiste italiane è stato portato dalla loro presidente, pastora Anna Maffei,
L’orizzonte nazionale e internazionale della fraternità che circonda e sostiene le nostre chiese, dopo questo Sinodo, è ancora più sconfinato. E in questa vastità la nostra piccolezza appare ancora più grande.
(tratto da Riforma del 9 settembre 2005) |