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SINODO 2006

La discussione sulla Cevaa ha affrontato il progetto del II Distretto

I NOSTRI RAPPORTI CON LA COMUNITA' DI CHIESE IN MISSIONE

di Franco Tagliero

La Commissione d’esame sul lavoro della Tavola ha proposto una lettura trasversale della Cevaa, comprendendo la «Comunità di chiese in missione» nel capitolo «Vita della chiesa». Probabilmente non sono stati numerosi i membri del Sinodo ad accorgersi di quest’impostazione totalmente nuova e diversa, ma forse essi e le loro chiese riusciranno a capire qualcosa di più di come questo organismo ci riguardi e ci coinvolga in modo profondo.
Una ventina di anni fa partecipò al Sinodo e animò la serata del lunedì sera un segretario esecutivo della Cevaa (allora ancora Comunità evangelica di azione apostolica), il fratello Samuel Aklé: egli spiegò come noi, i presenti, i membri del Sinodo, le chiese valdesi e metodiste, fossimo la Cevaa. La Cevaa siamo noi e il suo senso attraversa la vita della chiesa. Questo metodo di lettura proposto dalla Cde è stato fruttuoso: non ci sono state votazioni di ordini del giorno ideologici sulla Cevaa, ma in molti dibattiti e in alcune decisioni questo nome è stato citato, a cominciare dal Progetto missionario di Parma-Mezzano Inferiore.

Com’era prevedibile, in Sinodo è rimbalzato il dibattito fatto nella Conferenza del II Distretto sull’iniziativa condotta dall’Opcemi, con il contributo della Chiesa metodista britannica e della Cevaa, e dal Comitato italiano per la Cevaa, che è centrata sul ministero del pastore Gorge Grant Ennin. Il Progetto è giunto a un punto tale che la sua valutazione e la sua ridefinizione sono inderogabili e non soltanto perché il nostro fratello pastore ganaense, giunto alla fine del suo primo mandato di quattro anni, lavorerà ancora per altri due, ma soprattutto perché le pressioni su di lui e ancor più sul Distretto e sui Circuiti coinvolti sono aumentate. Le comunità ganaensi del Nord e del Nord-Est che Ennin ha animato e coordinato tendono a identificarsi più con il loro tutore che con le chiese locali, in cui sono presenti pastori e pastore italiani molto attenti all’idea dell’«Essere chiesa insieme». L’ordine del giorno invita il Comitato italiano a ridefinire, con lo strumento di un nuovo gruppo di accompagnamento, le linee di fondo di questo lavoro che è sicuramente benedetto dal Signore.

Poi è da ricordare che l’elenco dei progetti finanziati con l’otto per mille comprende molte iniziative della famiglia Cevaa, tanto che anche dal punto di vista finanziario la Comunità deve essere riconoscente alla nostra chiesa. Ma si è parlato di Cevaa anche quando si è discusso di formazione permanente nelle comunità; si è alluso all’animazione teologica come a uno strumento di crescita comunitaria e di confronto nella libertà sulla lettura interculturale della Bibbia. Anche a questo proposito un ordine del giorno chiede alle Ced, tra l’altro, di coordinarsi con le Commissioni di formazione pastorale e diaconale e con la Cevaa per curare la preparazione delle persone disposte a impegnarsi in un lavoro formativo che sbocchi nella presa di responsabilità nella vita della chiesa. In questo settore della formazione è anche stato ricordato che il Centro ecumenico di Agape si è inserito nel circuito dei centri scelti per gli incontri della Cevaa in Europa e di questo non si può che rallegrarci.
Infatti, e a maggior ragione, il collegamento con le chiese membro della Cevaa è stato invocato, come già nel 2004, nel quadro dell’integrazione dei fratelli e delle sorelle del sud che approdano nelle nostre comunità, anche in vista dell’iscrizione nei nostri registri: il processo di «Essere chiesa insieme» che la Fcei fa avanzare con ottime proposte (per esempio la questione del rilancio dei corsi di lingua italiana) per quanto riguarda le chiese valdesi e metodiste non può non utilizzare i canali internazionali esistenti, fatti di incontri e di conoscenza delle realtà evangeliche in altri paesi.

Tratto da Riforma dell'8 settembre 2006

 
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