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SINODO 2006

La discussione sul Collegio valdese

UN PROGETTO INTERESSANTE AL DI LA' DELLE ORE DI STUDIO

di Gianni Genre

il collegio valdeseQuest’anno l’opera cui la Commissione d'Esame ha deciso di dedicare maggiore attenzione è stata il Collegio valdese, argomento fino a trent’anni fa di discussioni accesissime fra coloro che sostenevano l’opportunità di chiudere il nostro istituto perché inconciliabile con la convinta presa di posizione a favore della laicità della scuola, e coloro che lo consideravano invece laboratorio e soggetto culturale indispensabile per la qualificazione della nostra presenza e per il ruolo di formazione che rivestiva nell’area particolarissima delle Valli. Oggi queste contrapposizioni appaiono lontane e tutti riconoscono al Collegio, come ha scritto la Commissione d'Esame, che il nostro Liceo è invece una testimonianza ai principi di laicità che vogliamo, ancor più di allora, affermare. Al Collegio l’impostazione didattica respira un senso di libertà, di rispetto, di pluralismo che tutti gli riconoscono. A questo si aggiunga il grande impegno e le molte energie che sono profuse al fine di dare al Collegio un orizzonte davvero europeo, che prepara, anche attraverso un programma di intenso dialogo e di scambio con scuole di altri Paesi, uomini e donne pronti a essere primamente consapevoli della propria cittadinanza europea.
Eppure il numero degli i scritti al primo anno non cresce, anzi, negli ultimi anni si è lievemente ridotto. Per questa ragione speriamo che anzitutto le chiese delle Valli prendano sul serio l’ordine del giorno che le esorta a meglio informare i propri giovani incoraggiandoli a considerare la possibilità di studiare in questo istituto dove la sperimentazione non è una parola vuota e le attività facoltative offerte (teatro, coro, gruppi sportivi, corsi di informatica e di lingue) si moltiplicano ogni anno e incontrano il favore entusiasta degli studenti.

Rimane, si potrà obiettare, il problema non secondario delle rette che sono di circa 3.500 euro all’anno; fa riflettere ma non consola il fatto che in altre scuole analoghe, per esempio a Torino, le rette annue oscillino fra i 7.000 e i 9.000 euro. Bisogna però dire alle famiglie che le agevolazioni messe a disposizione dal Comitato, attraverso l’otto per mille e i doni esteri, unitamente al contributo regionale, consentono di coprire buona parte di questa somma e consentono quindi al Collegio di evitare il rischio di diventare una scuola di élite.
In realtà, il problema da affrontare con urgenza è quello della scolarità, che ha raggiunto livelli bassissimi nei paesi delle Valli. Cento anni or sono molte famiglie delle nostre chiese, consideravano la possibilità di fare studiare almeno un figlio o una figlia una sorta di riscatto sociale, a costo di grandi sacrifici. Oggi questa ambizione sembra scomparsa e le chiese, insieme alle famiglie, devono interrogarsi seriamente. È infatti evidente che anche la gestione del territorio e la formazione dei quadri dentro e fuori della chiesa passano e passeranno attraverso la nostra capacità di recuperare l’antica consapevolezza che solo la cultura crea emancipazione, autonomia, piena dignità.
Nonostante le evidenti difficoltà a mantenere il servizio di questa scuola, in parte dipendente dai doni che generosamente provengono soprattutto dall’estero, il Collegio rappresenta sempre più un progetto – non soltanto didattico – estremamente interessante: prova ne sia che negli ultimi anni tre docenti che avevano ricevuto l’immissione in ruolo nello Stato, hanno optato per questa scuola. Al preside e al corpo docente, come al Comitato dove si prevede quest’anno un importante avvicendamento, va la riconoscenza di tutta la Chiesa.

Tratto da Riforma dell'8 settembre 2006

 
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