Una cinquantina di ospiti stranieri alle giornate sinodali
LA«DOLCE VITA» VALDESE
L’impatto con l’esperienza del Sinodo nelle parole dei rappresentanti di quell’internazionale protestante di cui siamo storicamente parte
di Giuseppe Platone
«Il numero degli invitati di quest’anno al Sinodo è nella norma – osserva Enrica Vezzosi, segretaria della Tavola valdese –: si tratta di una cinquantina di persone…». La «norma» è comunque una realtà internazionale piuttosto consistente a fronte della dimensione del mondo valdese-metodista. Gli ospiti più numerosi sono giunti dalla Svizzera; seguono la Germania, l’Italia e altri otto Stati (Paesi Bassi, Belgio, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Francia, Romania, Usa, Uruguay). Alcuni ospiti hanno portato il loro saluto nel corso della cena fraterna a Villar Pellice, altri durante gli stessi lavori del Sinodo.
Tra gli ospiti stranieri compariva, per la prima volta, il rappresentante della piccola Chiesa riformata polacca, il pastore Roman Lipinski. «Sono stato colpito dalla notevole quantità e dall’eccellente qualità del materiale sinodale. La conoscenza del latino mi ha permesso di capire molte delle cose dette. Mi sono chiesto come i membri del vostro Sinodo abbiano potuto studiare accuratamente la mole di dati forniti. Mi auguro che i contatti tra le nostre due chiese, specialmente sui temi dell’evangelizzazione e della missione, continuino».
Dal Belgio ha portato i saluti della Conferenza delle chiese europee (KEK) Donatella Rostagno, che ha illustrato gli impegni in vista della prossima Assemblea ecumenica europea nel 2007 a Sibiu (in Romania) e di prossimi appuntamenti internazionali (uno di questi sarà sui diritti umani) in cui la nostra partecipazione non è solo gradita ma esplicitamente richiesta. Donatella Rostagno ha ricordato l’impegno della delegazione, con rappresentanti della KEK e del Consiglio ecumenico delle chiese, che ha computo una visita ufficiale in Libano.
Per la Francia il Sinodo ha ascoltato il messaggio del pastore Marcel Manoël, presidente del Consiglio nazionale della Chiesa riformata di Francia. «I campionati del mondo di calcio che avete vinto costituiscono un evento capace di modificare l’economia di un Paese, mentre la dichiarazione di Accra, che riunisce i riformati del mondo, non riesce neppure a scalfire l’economia in cui siamo immersi basata essenzialmente sul profitto. Non per questo dobbiamo scoraggiarci, ma piuttosto tenere presente la lezione dell’apostolo Paolo che ha cercato d’inserire il messaggio del mondo nuovo di Dio nell’impero romano. Lo stesso hanno fatto, nel loro tempo, i riformatori ai quali ci ispiriamo e che hanno cercato di annunciare l’evangelo nelle categorie culturali del XVI secolo. Oggi in Francia, come riformati, cerchiamo di affrontare i temi attuali più controversi. Stiamo discutendo della famiglia in un’epoca in cui essa si scompone e si ricompone. La domanda è: riusciamo ad avere una nostra posizione protestante di fronte ai cambiamenti in atto nella dimensione famigliare? Il protestantesimo si è battuto per il rispetto della libertà personali, per una società liberale e più giusta, ma questo figlio ora fa paura ai suoi stessi genitori perché in questo mondo impera l’egoismo, il disgregarsi del tessuto sociale e l’ingiustizia del sistema economico. Le chiese rischiano di credere di far parte di un mondo che ormai non esiste più; occorre affrontare con lucidità le nuove sfide del nostro tempo, sapendo che ci sono chiare situazioni di incompatibilità tra la signoria di Cristo e determinate scelte. Sui temi dell’etica, della bioetica, della laicità mi sono sentito molto vicino alla vostra sensibilità».
Dalla Svizzera era presente al Sinodo una «pattuglia» di una quindicina persone. Abbiamo rivisto con piacere la pastora emerita Hanny Wartenweiler della Chiesa riformata di Basilea. Per l’Heks-Eper – l’agenzia svizzera di aiuto solidale con cui la Tavola valdese collabora oggi anche con i fondi dell’otto per mille, un sodalizio che ha già sessant’anni di vita –, era presente la sorella Inge Schaedler con Andreas Hess e Franz Schuele. Da Ginevra il pastore Martin Max Hoegger, presidente del Consiglio delle chiese cristiane nel cantone di Vaud, ha incoraggiato l’assemblea sinodale a fare dell’ecumenismo una priorità nel proprio lavoro ecclesiastico e ha consegnato alla presidenza del Sinodo una lettera del pastore Samuel Kobia, Segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, indirizzata, con molto affetto, all’assemblea. Abbiamo rivisto, in veste di presidente del Comitato svizzero-romando per i valdesi, la pastora Sitta Campi Revillard, che nel passato ha lavorato nella nostra chiesa.
Dalla Germania, Renate Brunotte della direzione della Chiesa evangelica della Renania, nel ricordare i rapporti di fraternità storica tra le nostre chiese, ha rivolto un invito a partecipare al prossimo Kirchentag che si svolgerà a Colonia nel giugno del 2007. In Renania, ha informato Renate Brunotte, si è svolto un incontro ecumenico intergenerazionale sui temi della fede: una settimana in cui nonni, genitori e giovanissimi hanno tentato di rispondere alle domande: in chi crediamo? Quali esperienze vogliamo concretamente realizzare? «L’esperienza intergenerazionale, che si è rivelata di notevole interesse, verrà ripetuta nel 2008 contando anche sulla vostra partecipazione», ha concluso. Ulrich Moeller, della Chiesa della Westfalia, ha ripercorso brevemente l’impegno delle chiese evangeliche tedesche durante i campionati del mondo di calcio durante i quali è stato attivato il programma fair play-fair life che ha avuto un riscontro anche in Italia con la vendita di «palloni solidali», iniziativa che fa capo alle chiese valdese e luterana di Milano.
Per il Circolo di amici dei valdesi (Freundeskreis der Waldenserkirche) erano presenti a Torre Pellice Harald e Jutta Kamp e Bettina Hoffmann. Per la Deutsche Waldenservereinigung, l’Associazione che collega le antiche colonie valdesi in Germania, erano presenti il suo presidente Herbert Temme e Jürgen Hanssman, vecchio amico del Centro ecumenico di Agape a Prali. Hanssmann, che periodicamente accompagna gruppi di protestanti tedeschi in visita alle valli valdesi, osserva che tra i membri del Sinodo sono, visibilmente, aumentate le donne e i giovani. «Mi sembra, rispetto a qualche anno fa, che sia in atto un profondo ricambio di persone. La direzione della chiesa è radicata nella base sinodale, non si avvertono scollamenti. Si riceve l’impressione di una chiesa molto impegnata senza che vi sia una distanza tra chi è chiamato alla direzione e chi costituisce la base».
Dall’Assia i saluti al Sinodo sono stati portati dal pastore Walter Schneider che, scherzosamente, ha apprezzato la possibilità di condividere per qualche giorno la «dolce vita italiana». Ha osservato che il dibattito sui regolamenti ecclesiastici è in corso anche nel protestantesimo dell’Assia-Nassau: occorre infatti adeguarlo alle nuove situazioni sociali e culturali fermo restando i principi fondamentali del pensiero protestante. Tedesco, ma da tempo in Italia, anche il decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) il pastore Holger Milkau che ha sottolineato la partecipazione dei luterani nell’Editrice Claudiana, il lavoro con la Facoltà valdese riguardo soprattutto al Centro ecumenico Melantone e gli intensi scambi con il mondo valdese e metodista sui temi della ricerca biblica e di spiritualità.
Dall’Olanda la pastora Heleen Zorgdrager, responsabile dei contatti internazionali del protestantesimo unito olandese, nell’accennare al processo di unificazione del protestantesimo olandese, cammino durato quarant’anni, ha espresso la sua soddisfazione per la prossima visita a Utrecht di un gruppo di lavoro diaconale delle nostre chiese, organizzato dalla Commissione sinodale per la diaconia. Segno di uno scambio importante proprio su un terreno di grande attualità. Dagli Stati Uniti erano presenti il pastore Francis Rivers, presidente dell’American Waldensian Society e il pastore Timothy Rose della United Church of Christ. Secondo Rivers uno dei momenti più alti del Sinodo è stata la serata pubblica con gli evangelici che siedono in Parlamento. «Ancora una volta il vostro Sinodo mi è parso un forte esempio di democrazia». Dalla Gran Bretagna sono giunti i saluti di Erica Scroppo Newbury che si occupa attivamente del Comitato per i valdesi. Gillian Pengelly, della Conferenza metodista britannica, ha ricordato l’impegno dei metodisti inglesi contro la tratta delle donne e della fruttuosa collaborazione, in questo campo, con l’Associazione palermitana «Pellegrino della terra».
Mahulena Cejkova, moderatore della Chiesa evangelica dei Fratelli cechi, ha ripercorso anche storicamente i contatti, fin dai tempi della Riforma tra valdesi e protestanti boemi. «Oggi ci rallegriamo – ha detto – della collaborazione avviata con voi sul piano diaconale». Un saluto caloroso è stato espresso anche dalla Chiesa riformata di Romania tramite il pastore Istvan Kovacs che ha, tra l’altro, ricordato che due infermiere evangeliche stanno per arrivare nei nostri Istituti: «Non solo riflessioni teologiche ma la fraternità – ha osservato Kovacs – passa attraverso l’azione comune in Europa”.
Tratto da Riforma dell'8 settembre 2006 |