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SINODO 2006

La proposta di un’«ora» non confessionale negli istituti pubblici italiani

RELIGIONE A SCUOLA E BIOETICA

di Massimiliano Zegna

il sinodo valdese (foto Riforma)Laicità dello Stato: un tema fortemente dibattuto al Sinodo, che ha concentrato molta attenzione su due argomenti in particolare. L’ora di religione e la bioetica sono stati, infatti, affrontati in modo intenso e appassionato. Per quanto riguarda l’ora di religione è stato approvato, su proposta del prof. Ermanno Genre, un ordine del giorno in cui denunciando «ancora una volta l’unilateralità di un insegnamento religioso cattolico nella scuola pubblica, di fronte ad una società sempre più multiculturale e multireligiosa» il Sinodo ricorda che «la laicità dello Stato e delle sue istituzioni è principio supremo dell’ordinamento della Repubblica». Che cosa si propone allora? La risposta è sempre nell’ordine del giorno approvato: il Sinodo ritiene urgente «introdurre nella scuola pubblica italiana un insegnamento critico del fatto religioso, in quanto fatto culturale, che si traduca sul piano pedagogico e didattico in una "storia delle religioni" in grado di orientare i ragazzi nella loro crescita e nella definizione della loro identità».

La discussione era iniziata con l’intervento del prof. Nicola Pagano, dirigente scolastico in pensione, che ha sostenuto la tesi di introdurre un’alternativa laica all’ora di religione: l’insegnamento della storia delle religioni (così come presentato in suo recente libro edito da Claudiana). Ermanno Genre, intervenendo subito dopo, ha ricordato che le intese con lo Stato su questa materia «sono diventate ingestibili e la presenza evangelica in ambito scolastico non si attua. Molti cattolici stessi e insegnanti di religione sono altresì convinti che non sia più gestibile l’insegnamento della religione cattolica». Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese, ricorda che bisogna prendere sul serio le dichiarazioni fatte dal rappresentante dell’ecumenismo della Cei e approfondire il dialogo al di là dei messaggi ufficiali. Invita a riflettere su quale possa essere il governo che «abolirebbe 25mila posti di lavoro in nome della laicità», mentre bisogna essere disponibili ad ascoltare le esigenze degli insegnanti partendo da loro per creare eventualmente fra un certo numero di anni un insegnamento laico della religione, riqualificando chi già l’insegna e formando, come tutti gli altri docenti, chi si occupa di questa disciplina.

Sulla bioetica Monica Fabbri, della apposita commissione, ha illustrato all’assemblea l’ultimo tema del quale ci si è occupati, cioè un progetto di test genetici predittivi nei quali vengono indicate eventuali mutazioni genetiche responsabili per alcune patologie. «Con il test genetico – ha detto la biologa – c’è la possibilità di sapere se si svilupperà una malattia e come sia possibile agire preventivamente e curarla, ma come ci sia anche il rovescio della medaglia: per alcune patologie incurabili si può sapere se si svilupperanno e la loro impossibilità di cura. Tutti possono comprendere le rilevanze etiche di questi test, su cui presenteremo un documento al Sinodo del prossimo anno». A questo proposito è stato organizzato un convegno su «Predizione e incertezza» – Torino, 6 ottobre nel Salone della Casa valdese.

Tratto da Riforma dell'8 settembre 2006

 
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