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SINODO 2006

I rapporti con il Rio de la Plata

UN PONTE CHE ATTRAVERSA TUTTO L'OCEANO

di Stefano D'Amore

il sinodo valdese (foto Riforma)Quando si parla del Rio de la Plata, l’immagine più utilizzata è quella del «ponte». Quest’anno ad attraversarlo è stato il fratello Ferdinando Ricca, che nel suo intervento ha offerto all’assemblea sinodale una panoramica sulla situazione che la Iglesia Evangelica Valdense del Rio de la Plata (IEVRP) sta vivendo in questi anni. Dal suo racconto emerge una chiesa dinamica, che si mette in discussione e cresce nell’incontro con il prossimo. In un clima di soddisfazione per la conclusione delle pratiche per il riconoscimento della personalità giuridica in Argentina, il ramo latinoamericano della nostra Chiesa si interroga infatti sul senso della propria missione e si sente chiamata a nuove forme di presenza e testimonianza nella società.
Lo sforzo di integrare nelle liturgie elementi provenienti dalla cultura tradizionale popolare ha portato alla volontà di pensare e pubblicare un nuovo Innario. La questione delle fabbriche di cellulosa, di cui abbiamo letto durante l’anno sulle pagine di Riforma e che ha compromesso i rapporti tra Argentina e Uruguay, «non ha intaccato la vita della chiesa» che, capace di affrontare insieme anche tematiche delicate, conferma la propria unità nella diversità. Un pensiero particolare è andato alla recente e apprezzata visita di una delegazione delle unioni femminili italiane. Le continue iniziative di scambio regalano la gioia dell’incontro e permettono di arricchire il «ponte» di contenuti, ascolto, apprendimento e collaborazione.

Accenni al Rio de la Plata sono emersi in più momenti dei lavori sinodali. Nell’ambito della formazione, il pastore Bruno Rostagno ha ricordato di aver sperimentato in prima persona i «corsi per moltiplicatori» durante la sua permanenza nel Rio de la Plata; nella discussione sull’operato della Facoltà di teologia il decano, prof. Daniele Garrone, ha sottolineato la corposità dello scambio tra le due università che ha coinvolto due studenti italiani e tre provenienti dall’ISEDET di Buenos Aires; visionando la gestione dell’otto per mille si è ricordato che i progetti diaconali della IEVRP rientrano nel conteggio dei progetti «interni» e non in quelli esteri.
L’atto approvato dal Sinodo – un invito alla comunicazione e alla condivisione delle riflessioni – è da intendersi come un passo da accompagnare con l’impegno di molte persone, oltre che con la preghiera di tutta la chiesa. Ad esempio, le considerazioni sul rapporto tra missione e diaconia, l’analisi istituzionale della chiesa e della sua organizzazione e i progetti emersi in ambito giovanile possono e devono arricchire anche il percorso delle comunità italiane. In altre parole, riprendendo l’immagine iniziale, il ponte che unisce i due rami della chiesa valdese c’è e non è venuto meno in tutti questi anni; ma un ponte ha anche bisogno di manutenzione per poter rendere il servizio per cui esiste. È compito di entrambe le sponde prendersi cura di questo ponte che per noi, oltre che uno strumento impegnativo, rappresenta una benedizione di Dio.

Tratto da Riforma dell'8 settembre 2006

 
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