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ALFABETO EVANGELICO
Etica
UCARESTIA
Per indicare la comunione i cattolici usano la parola "eucarestia" (in greco: ringraziamento), gli evangelici invece "santa cena" per ricordare che la prima comunione fu quella di Gesù con i discepoli nel corso della sua ultima cena. Questa cerimonia, cuore della fede cristiana, si fa in ricordo di Gesù Cristo e della sua promessa di essere presente fra i suoi. Comune a tutte le chiese è l'idea che Gesù Cristo sia presente e che nel ricevere il pane e il vino (come è abitudine nelle chiese evangeliche) o l'ostia (come nelle cattoliche) i credenti siano in comunione con lui. In che modo?
Dal medioevo i cattolici hanno cercato di spiegarlo parlando di transustanziazione: l'ostia, dopo la sua consacrazione, si trasformerebbe diventando materialmente il corpo di Gesù. Gli evangelici, attenendosi semplicemente alla promessa di Gesù, rinunciano a dare una spiegazione, lo scambio del pane e del vino è un momento di comunione col Signore e fra di loro. La differenza fondamentale fra messa e santa cena è data però dalla persona del sacerdote. Per i cattolici solo lui può consacrare l'ostia e ripetere il sacrificio di Cristo. Per gli evangelici questa dottrina non ha fondamento nel vangelo. Nel Nuovo Testamento né Gesù né gli apostoli furono sacerdoti, il sacrificio è quello di Cristo in croce, e non è mai detto che lo Spirito santo sia legato a oggetti e gesti particolari.
Per questo nelle chiese evangeliche non c'è altare, ma solo un tavolo comune su cui si pongono gli elementi della santa cena.
Tratto dal libro di Giorgio Tourn
Alfabeto evangelico
ed. Claudiana
, Torino 2000
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